REDAZIONE SONDRIO

Muri imbrattati. La caccia ai responsabili

Anarchici vandalizzano Lecco durante protesta pacifica. Autorità identificano i responsabili ma evitano intervento per evitare disordini. Indagini in corso per chiedere conto dei danni.

Muri imbrattati. La caccia ai responsabili

Gli oltre mille anarchici, pacifisti e antimilitaristi che sabato hanno invaso Lecco per protestare contro chi fa affari con la guerra se ne sono andati. La paura di possibili scene da guerriglia urbana e di danni è passata. Restano però decine di scritte sui muri, che ora devono essere ripuliti, a spese dei contribuenti per le pareti di edifici pubblici, dei diretti proprietari per quanto riguarda gli immobili di privati, che, oltre al danno devono quindi pagare pure la beffa. A tracciarle sarebbero stati quattro o cinque "black bloc" che hanno partecipato all’imponente corteo, che si è svolto senza incidenti, infiltrandosi tra gli altri manifestanti.

Avevano il volto coperto con cappucci, passamontagna e occhiali da sole. I quasi duecento operatori delle forze dell’ordine, tra poliziotti, carabinieri e agenti della Locale, più gli elicotteristi del Secondo Reparto Volo della Polizia di Stato, li hanno individuati tutti già mentre imbrattavano i muri, ma non sono intervenuti per non innescare possibili disordini. Sono tuttavia in corso indagini per identificarli, denunciarli e chiedere loro il conto dei graffiti e del costo per rimuoverli. Li ha annunciato in Consiglio comunale di Lecco Simona Piazza, l’assessore alla Sicurezza. "Gli investigatori della Digos stanno compiendo le verifiche del caso – ha spiegato -. Per reati contro il patrimonio di procede d’ufficio e noi, come amministratori comunali, vogliamo promuovere una seconda denuncia per i danneggiamenti dei muri di proprietà comunale". Possono naturalmente agire allo stesso modo anche i privati per chiedere poi un risarcimento ai responsabili di imbrattamenti e danneggiamenti. D.D.S.