
di Fulvio D’Eri
Portare nelle scuole le vicende della Prima Guerra Mondiale per aiutare alunni e studenti a comprendere meglio quanto avvenuto poco più di 100 anni fa nel primo conflitto mondiale. E in quella che è stata una guerra di posizione, il modo di condurre un conflitto in maniera stabile fino alla vittoria, l’Alta Valtellina ha recitato per l’Italia una parte importante con trincee, forti e postazioni che hanno occupato i pendii delle grandi montagne e dei grandi passi (Stelvio, Gavia e Mortirolo).
E così anche il Forte di Oga, posto poco sopra l’abitato di Bormio, ha ripreso vita grazie ad una lodevole iniziativa dell’Associazione Museo Vallivo della Valfurva che, per ricordare la Grande Guerra, ha deciso di ricreare le atmosfere di oltre cento anni fa e di girare un docufilm utile alle scolaresche per capire meglio quel che è successo tra il 1915 e il 1918. La piana ove è adagiato il novecentesco forte Venini è diventata così il teatro del progetto griffato Associazione Museo Vallivo della Valfurva.
"Abbiamo pensato di realizzare un docufilm sulla Grande Guerra – dice Stefano Faifer, consigliere dell’associazione Museo Vallivo della Valtellina - per portare nelle scuole la nostra storia e fare in modo che i bambini capiscano non solo ciò che è successo dal punto di vista storico, ma anche l’impatto che questi fatti hanno avuto sulla semplice vita della popolazione e continuano ad avere tuttora (pensiamo a tutte le opere realizzate sul nostro territorio ndr)". Ecco, quindi, che tra i protagonisti delle riprese, realizzate dal videomaker Max Canclini e dal suo staff di collaboratori, hanno sfilato soldati e ufficiali, dottori e crocerossine, il parroco e il postino… tutti con abbigliamento ed attrezzature d’epoca, mentre il Forte diventa un set cinematografico che ci proietta nel 1917, grazie alla presenza e alla competenza dei volontari dei gruppi Cenni Storici di Castegnato (BS) e Avanti Brixia di Brescia. Fra le comparse, poi, capita di incontrare alcuni "furicci doc" (abitanti della Valfurva ndr), ovvero il campionissimo dello scialpinismo Robert Antonioli, il fondista nazionale ed olimpico Mirco “Tarela” Bertolina e le giovani guide alpine Luca “Bubu” Salvadori e Federico Secchi.
"Tutto è nato un po’ grazie a loro quattro – continua Faifer – perchè durante le loro ascensioni alpinistiche si imbattevano continuamente nei resti storici della Grande Guerra, così abbiamo pensato che era nostro dovere non disperdere queste memorie. Ai fini della completezza del documentario toccherà proprio a loro il compito di scalare la verticale Trafoier Eiswand e alcune delle altre leggendarie cime che in Valfurva furono teatro di guerra, stabilendo un’ideale correlazione con gli stessi percorsi che i nostri bisnonni hanno dovuto affrontare durante il conflitto: ovviamente il contesto era differente, così come i materiali, ma le imprese alpinistiche e il loro assoluto valore rimangono tali, anche se risultano separati da 100 anni. Un ringraziamento a enti e istituzioni che hanno compreso l’importanza del progetto, contribuendo alla sua realizzazione". Non solo rievocazione storica: il docufilm comprende anche interventi scientifici che, attraverso una voce narrante, si alterneranno in alcuni specifici approfondimenti rivolti ai ragazzi.