
La cultura di fare impresa Un’epopea lunga due secoli
Una narrazione visiva della storia della cultura d’impresa lungo tutto il XX secolo. Si aprono sabato alle ore 10 a Bergamo, al Convento di San Francesco (fino al 9 luglio), e a Brescia presso lo Spazio Fondazione Negri (via Calatafimi 1214), le mostre gemellate "Bergamo Brescia Cultura d’impresa. Storie di innovazione in fotografia", uno dei capitoli chiave dell’evento Capitale della Cultura 2023.
Un progetto nato su invito e con il sostegno di Siad Fondazione Sestini e realizzato grazie alla sinergia tra diverse istituzioni museali, fondazioni e imprese dei territori di Bergamo e Brescia, che hanno condiviso i propri patrimoni archivistici per creare questa grande carrellata delle trasformazioni che l’industria (e anche il terziario) hanno portato all’interno del nostro ‘900. E la storia dell’impresa bergamasca e bresciana è anche una storia di persone. Al Convento di San Francesco, a Bergamo, e allo Spazio Fondazione Negri, a Brescia, si potranno ammirare fotografie di treni, caschi Nolan, aviogetti, biciclette Bianchi, panettoni della pasticceria Balzer e bottoni. Ci sono dettagli quasi incredibili: ospiti cinesi al cotonificio Legler negli anni ‘50, operaie al setificio di Calcinato nel 1908, il gigantesco Paiolo del ramaio Bottazzi di Brescia, la "Vetturetta Glisenti" a due posti, uno davanti e uno dietro, del 1898. "Quello che vediamo in questi scatti - sottolinea il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori -non sono solo persone ‘che hanno fatto’, che si sono impegnate a creare dei prodotti nel passato. Osservare queste foto significa anche mettere a fuoco meglio l’avventura di questa gente che ha fatto cose nuove: fino all’automazione degli ultimi anni". Il percorso della rassegna è scandito in sei sezioni, l’ultima delle quali dedicata al panorama delle cosiddette "imprese 4.0".
Michele Andreucci