Valdisotto, gestore di rifugio vittima di una serie di atti intimidatori

"Sceso dal rifugio ho trovato squarciate due gomme del mio furgone. Anche nei mesi scorsi ho avuto brutti “regali“ da parte di ignoti e sono davvero stanco"

Le gomme dell'auto tagliate

Le gomme dell'auto tagliate

Valdisotto, 10 febbraio 2017 - Un deplorevole atto intimidatorio è stato messo a segno nella giornata di martedì scorso a Oga, frazione di Valdisotto, ai danni del proprietario del rifugio alpino “Baita Motin” Gaetano Iacona. Ignoti hanno tagliato due gomme del suo furgone parcheggiato in un’area pubblica nelle vicinanze della struttura turistica.

L’uomo ha scoperto l’amara sorpresa di ritorno dal rifugio verso le 16 e 30. «Sceso dal rifugio ho trovato squarciate due gomme del mio furgone e sono rimasto senza parole. Anche nei mesi scorsi ho avuto brutti “regali“ da parte di ignoti e sono davvero stanco» ha dichiarato sconfortato Iacona, attivo ristoratore da sempre in prima linea anche nel denunciare pubblicamente quello che ritiene essere ingiustizia nella sua comunità.

Non è escluso, infatti, che i vili gesti e i danneggiamenti possano scaturire proprio da tensioni venutesi a creare a seguito di segnalazioni da parte dello stesso Iacona. Non è la prima volta volta del resto, come tiene a puntualizzare, che viene preso di mira e subisce intimidazioni. «Il 14 agosto 2016, alla vigilia di Ferragosto, mi è stato tagliato il tubo dell’acquedotto che alimenta il mio rifugio e ho avuto conseguenze gravi, mentre nel mese di marzo altre due gomme» ha spiegato l’uomo, convinto possa esserci qualcuno al quale la sua attività commerciale, che vive periodi particolarmente floridi, non sia affatto gradita. Ignoti mettono così in atto azioni per “affondarla”.

«Ho sputato sangue per costruire questo angolo magico in mezzo alla natura - continua Iacona, vittima dell’intimidazione - la mia compagna Barbara ed io stiamo facendo sacrifici mostruosi per farlo crescere senza aver mai elemosinato nulla nè dalle amministrazioni nè dalle istituzioni, stretti, tra l’altro, da iter burocratici che ci hanno sempre massacrati. Non voglio guerre, ma chiedo solo il giusto rispetto e che mi sia data la possibilità di lavorare onestamente e con passione come sempre ho fatto. Sono convinto che dare più qualità e più posti di svago alla clientela sia anche fare il bene di una comunità, perché si crea indotto per tutti». L'episodio ha suscitato l’indignazione di molti paesani che hanno espresso piena solidarietà a Iacona e il gesto è stato già denunciato alle forze dell’ordine.