Impianti di sci chiusi, la rabbia di Sondrio: "Il Governo non capisce"

Per Gionni Gritti (Confartigianato) si sottovaluta il colpo all’intera filiera. "Non si tratta di sport, ma del futuro dell’economia locale"

Sciatori in procinto di scendere sulle piste della Valle

Sciatori in procinto di scendere sulle piste della Valle

Sondrio, 29 novembre 2020 - La mancata apertura degli impianti per le festività natalizie, ormai cosa certa dopo le ultime esternazioni dei componenti del Governo, è una problematica centrale per l’economia della provincia di Sondrio. La non apertura degli impianti a Natale rappresenterebbe un clamoroso danno per tutta la filiera turistica.

"La questione dell’apertura o meno della stagione sciistica è entrata nel dibattito politico nazionale e regionale ma non a tutti è chiaro il significato e la rilevanza di tale scelta – dice Gionni Gritti, presidente di Confartigianato Sondrio -. Nella nostra provincia ci sono stazioni sciistiche che non possono permettersi di non aprire almeno a metà dicembre. Per taluni lo sci è solo uno sport, mentre per certi territori lo sci e quel che gli ruota attorno hanno un significato molto importante che si traduce in lavoro ed economia. Il Governo ha mostrato di non comprendere appieno l’importanza di questa decisione. Non si può trattare lo sci come un parco dei divertimenti. Il Governo ha chiesto l’intervento dell’Europa ma sta prevalendo l’egoismo di ciascun Paese". L’Europa sembra molto lontana e astratta. Attorno alle stazioni sciistiche vi è invece un concreto ed elevato indotto di piccole imprese artigiane che operano nei più svariati settori: impiantistica, servizi, alimentare. "Non aprire la stagione significa mettere in ginocchio questi territori con il rischio di pregiudicare non solo una stagione turistica ma anche il futuro di buona parte dell’economia locale. Il rischio si fa sempre più reale, il turismo straniero è già destinato a essere pari a zero. Non è pensabile cancellare quello regionale e nazionale. La nostra valle confina con la Svizzera e già oggi questo paese opera al di fuori di ogni logica di concertazione europea. Ogni Paese sarà libero di decidere? Ne consegue che i turisti se ne andranno dove sarà possibile sciare. Nessuno chiede di vanificare gli sforzi fatti finora sotto il profilo sanitario ma sono certo che si potrebbe aprire la stagione in sicurezza".

L’idea è che tutte le stazioni sciistiche del Paese siano chiamate a rispettare le medesime regole. "Occorre un intervento nazionale con l’individuazione di “Protocolli sanitari” e una cornice di regole comuni in grado di garantire l’assenza di assembramenti, il distanziamento individuale e il rispetto dei protocolli sanitari".