I 50 anni del Cerro Torre. Lecco celebra il capolavoro

Tredici gennaio 1974, 17.45 ora locale della Patagonia. Dopo due mesi di crudele “ginnastica“, cercando l’equilibrio su quelle vertiginose pareti,...

I 50 anni del Cerro Torre. Lecco celebra il capolavoro

I 50 anni del Cerro Torre. Lecco celebra il capolavoro

Tredici gennaio 1974, 17.45 ora locale della Patagonia. Dopo due mesi di crudele “ginnastica“, cercando l’equilibrio su quelle vertiginose pareti, sotto l’imperversare del vento e la morsa del gelo, spinti da una forza misteriosa, 4 dei 12 Maglioni Rossi arrivano in vetta al Cerro Torre, la montagna impossibile. Sono Casimiro Ferrari e Mario Conti in una cordata, Daniele Chiappa e Pino Negri in un’altra.

Oltre ai quattro conquistatori della vetta, fanno parte della squadra italiana Gigi Alippi, Pierlorenzo Acquistapace, Claudio Corti, Giuseppe Lafranconi, Mimmo Lanzetta, Sandro Liati, Ernesto Panzeri e Angelo Zoia. È una delle pagine più importanti della storia dei Ragni di Lecco, ma soprattutto della storia dell’alpinismo perché è la prima volta lungo la parete Ovest del mitico, difficilissimo missile di roccia e ghiaccio, emblema della Patagonia e dell’alpinismo nella Terra alla fine del mondo.

Quella dei Ragni è considerata la prima salita indiscussa della montagna. In occasione del cinquantesimo anniversario dell’impresa, sui canali YouTube e Spotify è online un nuovo podscat dedicato proprio al Cerro Torre, montagna impossibile raccontata anche attraverso le parole di Mario Conti, protagonista di quell’impresa, che però risulta disperso perché il 14 novembre è uscito di casa senza più tornarvi.

Conti non solo è salito sulla cima del Torre per la parete Ovest, tracciando una via che è un capolavoro per difficoltà ed estetica, ma è pure la bandiera dei Ragni della Grignetta. Per ricordare la leggendaria impresa dei Maglioni Rossi, grazie ai soci di Confcommercio Lecco fino a ieri le splendide immagini della spedizione erano proiettate su Palazzo delle Paure, in piazza XX Settembre.

Daniele De Salvo