Valtellina e Valchiavenna, novità per gli hotel che ospitano i migranti

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Migranti ospiti in hotel

Migranti ospiti in hotel

Sondrio, 3 febbraio 2019 - Dal primo febbraio tutto, o almeno molto, è cambiato per quanto riguarda l’accoglienza dei richiedenti asilo in Valtellina e Valchiavenna. Ieri abbiamo raccontato la chiusura del Centro di accoglienza straordinario (Cas) hotel Stella di Bormio, che a causa di problemi di inagibilità della struttura non potrà continuare la sua attività. Ma non è l’unico. In questi giorni, infatti, ha chiuso i battenti un altro Cas noto in provincia, l’hotel Stelvio di Delebio, e il sindaco di Tirano ha annunciato che anche il «Piccolo Mondo» a breve cesserà l’attività. Chiusure causate dalla stipula delle nuove convenzioni da parte della Prefettura di Sondrio con gestori dei Cas che dal primo febbraio si occuperanno dei 474 migranti attualmente ospitati in provincia. Infatti, in base al bando fatto dalla Prefettura lo scorso anno è stata stilata una graduatoria, sulla base della quale i gestori si sono visti assegnare (o confermare) un certo numero di migranti. Non tutti i precedenti gestori di Cas hanno presentato domanda. E non tutti quelli che lo hanno fatto sono entrati in graduatoria.

E le modifiche non sono poche, la bassa Valtellina, in particolare, si è vista tagliare molti posti. Niente più migranti all’hotel Stelvio di Delebio, ad esempio, e quasi dimezzato (da 90 a 50) il numero di coloro che potranno essere accolti al Bellevue di Cosio Valtellino, una delle prime strutture che in valle anni fa decise di dare ospitalità ai migranti nella fase di emergenza. Chiuso anche il «Piccolo mondo», poichè il gestore non ha vinto il bando. «Ad oggi abbiamo nei vari Cas 474 ospiti – spiega il vice prefetto Umberto Sorrentino, dirigente dell’Ufficio immigrazione della Prefettura -. Si tratta di richiedenti asilo che sono in fase di attesa o della prima udienza in commissione per i rifugiati oppure dell’esito del ricorso fatto perché sono stati «denegati» dalla commissione. Chi aveva ottenuto il riconoscimento della protezione umanitaria, ma era ancora all’interno dei Cas quando è entrata in vigore la nuova legge, ora non può più passare allo Sprar. Verranno fatti uscire dai Cas con un permesso di soggiorno di due anni. Abbiamo una quindicina di casi in tutto. Verranno fatti uscire gradualmente i maschi adulti e per ora terremo invece nelle strutture i casi vulnerabili, ovvero mamme sole con bambini (tre casi in tutto). Non avremo problemi a dislocare gli ospiti che erano nelle strutture chiuse in altri Cas, poiché in Valtellina sono circa 600 i posti disponibili, più di quelli necessari».