"Gli inneschi artigianali non sarebbero stati in grado di provocare esplosioni"

Il consulente della difesa di Gianluca Feliziano Mattioli imputato per strage

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È proseguito nella giornata di ieri il processo in Corte d’Assise che vede imputato per strage Gianluca Feliziano Mattioli, 48 anni, nato a Tirano e residente in località San Giacomo, accusato di aver appiccato un anno fa, il 15 marzo del 2020, il fuoco all’abitazione della famiglia Mottolini di Poggiridenti. Secondo la Procura (nella foto la dottoressa Elvira Antonelli) a muovere la furia di Mattioli sarebbe stata la voglia di vendicarsi di Michael Mottolini, residente insieme ai genitori nell’abitazione data alle fiamme, che l’imputato voleva punire per aver abusato, qualche tempo prima, della sua compagna. Inutile dire che Mattioli anche ieri ha respinto ogni addebito. Nella giornata di ieri è stata ascoltata come testimone una vicina di casa dei Mottolini, che ha raccontato di non aver visto nulla e di essersi accorta dell’incendio solo all’arrivo dei vigili del fuoco, mentre a un altro testimone, Simone Boiani che quella sera era uscito per comprare le sigarette, ha raccontato di aver visto un’ombra che si allontanava a piedi, ma di non essere in grado di riconoscere l’imputato. Secondo il consulente della difesa, Furio Romualdi, gli inneschi artigianali utilizzati per appiccare il rogo a casa dei Mottolini non sarebbero mai stati in grado di provocare alcuna esplosione, neppure quelli collocati vicino alle tubazioni del metano che a detta dell’esperto non sarebbe in grado di detonare. L’udienza è stata aggiornata a lunedì prossimo e proseguirà con le ultime testimonianze e le requisitorie finali. Andrà a processo a fine mese Alessia De Bernardi, donna al centro del triangolo che secondo gli inquirenti ha scatenato la vendetta di Mattioli, che dovrà difendersi dall’accusa di concorso in strage e verrà giudicata con rito abbreviato. Ro.Ca.