
Il gruppo rinnovato della Comunità montana di Sondrio con il presidente Tiziano Maffezzini al centro Sopra l’assessore regionale Massimo Sertori intervenuto a sorpresa ai lavori assembleari
Sondrio, 28 luglio 2018 - Aperta con le nuove nomine, l’assemblea della Comunità Montana Valtellina di Sondrio ha ospitato l’improvvisata di Massimo Sertori, assessore regionale agli Enti locali, montagna e piccoli Comuni. Come nuovo consigliere, in rappresentanza del Comune di Albosaggia, troviamo Mirko Rovedatti, mentre Renato Nani subentra per il Comune di Chiesa in Valmalenco. Decaduti Roberto Mauri (Chiesa) e Dario Ruttico (Albosaggia) che il presidente, Tiziano Maffezzini, ringrazia «per l’attività svolta». Soprattutto «Dario Ruttico, per i tanti anni in cui ha ricoperto la carica di vicepresidente». Le deleghe di Ruttico, Turismo, cultura, attività produttive, le acquisisce Franco Angelini, sindaco di Faedo, mentre la carica di vicepresidente va in capo a Giuseppe Pirana, sindaco di Caiolo.
Davanti alla compagine così ridisegnata, ha parlato Sertori, di rientro da New York. «Da qui a breve, per i piccoli Comuni potremo avere dei finanziamenti che dovranno necessariamente essere spesi entro l’anno». Visti i tempi stretti, al fine di evitare di disperdere preziose energie, lunedì Sertori avrà un incontro preliminare di «ricognizione» con Upl, Unione province lombarde e Anci, Associazione nazionale dei Comuni italiani. Servirà «per mettere insieme le idee». L’obiettivo del Pirellone è «dare una mano a Comuni e Comunità», aggiunge. «Troppo spesso, sento parlare dei piccoli Comuni come fossero zavorra, non la penso così». Non esclude la fusione e nemmeno la incoraggia. Ogni caso è a sé e «la Regione, in questo senso, è laica: né a favore né contro».
In generale, elogia il lavoro degli amministratori locali, di quelli che sono in pista anche «il sabato e la domenica» e il valore storico -culturale dei piccoli centri. In alcune situazioni, però, la fusione può agevolare. «Mi viene in mente la Valmalenco – continua – dove c’è una forte identità comune. Probabilmente, se i Comuni riuscissero a mettersi insieme, si potrebbero impostare politiche di sviluppo e turismo più organiche». A breve, Sertori porterà all’attenzione delle comunità provinciali buone nuove anche su un altro capitolo, quello dell’energia e, ancor più in particolare, dell’idroelettrico. «Abbiamo portato avanti una progettualità che ritengo importante», prosegue ricordando che, in Valtellina, si concentra circa il 45% della produzione idroelettrica lombarda e il 14% -18% di quella italiana.
I proventi che ne derivano «devono restare sul territorio che, essendo montano, ha costi superiori», ribadisce. L’auspicio è che diventi qualcosa di sistematico. Premesso che «siamo gli unici a mantenere i fondi del demanio idrico che, insieme ai sovraccanoni, fanno oltre 40milioni di euro l’anno, penso che i soldi che restano non siano sufficienti. E vorrei che tutti i territori montani possano trattenerli. Stiamo lavorando in questa direzione».