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Piccoli Comuni, "La fusione porterà vantaggi economici"

Concretizzare le fusioni, in un territorio in cui il 37% dei Comuni non supera i mille abitanti e il 92% ha una popolazione inferiore ai 5mila, per i sindacati diventa indispensabile di CAMILLA MARTINA

Fascia tricolore da sindaco

Sondrio, 30 marzo 2016 - Concretizzare le fusioni, in un territorio in cui il 37% dei Comuni non supera i mille abitanti e il 92% ha una popolazione inferiore ai 5mila, per i sindacati diventa indispensabile. «Se i cinque abitati della Valmalenco si fondessero, i vantaggi economici stimati in dieci anni (risparmi più incentivi statali) ammonterebbero a 4,6 milioni di euro, ai quali si sommerebbero i contributi regionali», ha spiegato Ettore Armanasco, Spi Cgil, che riporta un caso emblematico, il più maturo in provincia, per sottolineare i vantaggi del processo di accorpamento delle amministrazioni.

I dati esposti emergono dalla ricerca, finanziata dalle sigle ed esposta nel convegno di giovedì 31 marzo, a partire dalle 9,30, che vedrà la presenza di Francesco Montemurro, direttore Ires Piemonte, Luca Della Bitta, presidente della Provincia, Miriam Longhini, sindaco di Chiesa in Valmalenco, Guido Patelli, sindaco di Grosotto e Valeriano Formis segretario Fnp Cisl Lombardia. «Non vogliamo sostituirci alle amministrazioni ma fornire un contributo. Il tema della riorganizzazione non è semplice, ma è arrivato il momento di affrontarlo, soprattutto considerando che una legge calata dall’alto è già nell’aria (meglio sarebbe prevenirla) e che la Regione sta portando avanti la proposta di revisione in cantoni.

Se ne discuterà nel corso di un tavolo territoriale, il 7 aprile, occasione per noi di portare una nostra proposta complessiva di riforma territoriale che potrebbe svilupparsi proprio a partire dal convegno. Non basta prendere la cartina e dividere, bisogna ragionare su enti e criteri di accorpamento che, a loro volta, non devono basarsi esclusivamente sul numero di abitanti». La ricerca dimostrerà che le semplici Unioni dei servizi hanno spesso comportato un aumento dei costi: «Non a caso quasi tutte sono andate morendo – aggiunge –. Vanno quindi considerate come il passaggio obbligato per la fusione che, oltre a consentire un risparmio di fondi, ottimizza le risorse umane. E poi basta con i campanilismi: le acque, ad esempio, sono di tutti, non della singola amministrazione».

Il convegno metterà in evidenza i vantaggi diretti e indiretti dell’accorpamento, offrendo su un piatto d’argento la base di una proposta collettiva di cui i sindacati sperano possa farsi carico la Provincia. «I soldi risparmiati e recuperati grazie alle fusioni potranno essere impiegati nella contrattazione, per aumentare la protezione sociale», aggiunge Giovanni Spini, Fnp Cisl. Ricordiamo che, negli ultimi dieci anni, la provincia, così come tutta la Lombardia, ha sperimentato un sostanziale invecchiamento della popolazione. Attualmente, entro i confini territoriali, sono 75mila le persone tra i 65 e i 99 anni. Come ricorda Enzo Bombardieri, Uilp: «Conosciamo il territorio e i suoi problemi e sappiamo che i soldi risparmiati potranno essere usati per far fronte ai bisogni di anziani, disabili».