Frane in Valtellina, è un percorso di guerra. La roccia si sgretola: paesi restano isolati

Tanti piccoli dissesti con cui valtellinesi e valchiavennaschi ormai convivono da anni, decenni, e che ogni tanto, in alcuni casi ciclicamente tornano a fare paura

I blocchi per il Ruinon

I blocchi per il Ruinon

Sondrio, 2 settembre 2019 - Tanti piccoli dissesti con cui valtellinesi e valchiavennaschi ormai convivono da anni, decenni, e che ogni tanto, in alcuni casi ciclicamente, tornano a fare paura, scaricano terra e sassi a valle, a volte fanno danni seri. Hanno tutti un nome, quasi sempre legato alla zona in cui sono. Poi ci sono i movimenti franosi più grandi, che incombono su strade e centri abitati come spade di Damocle, e che si spera non tornino mai a farsi davvero sentire. La Valtellina e la Valchiavenna sono tempestate da dissesti, più o meno allarmanti. Un fenomeno ora quanto mai di attualità da quando, a giugno, la frana del Ruinon ha ricominicato a muoversi in modo preoccupante, tanto che attualmente, e dopo che diversi grossi sassi sono caduti sulla provinciale 29 o poco distante, Santa Caterina Valfurva è sostanzialmente isolata. Quella del Ruinon è la frana in movimento più grande della provincia di Sondrio, si stima sia la più grande di tutta Lombardia; ma non è certo l’unica in Valtellina e Valchiavenna. Per il momento non dà segni di movimento, ma incombe su Sondrio la frana di Spriana, nell’omonimo Comune della Valmalenco, tra le frazioni Cucchi e Bedoglio. Da anni in stallo, ma di recente ha avuto una nuova spinta grazie all’interessamento del sindaco Marco Scaramellini, il cantiere per il by-pass della frana, finora incompiuto per la mancanza di soldi.

C'è poi la frana di Gallivaggio, nel comune di San Giacomo Filippo, caduta a fine maggio 2018 e che provocò seri danni all’omonimo Santuario, senza contare l’estate a dir poco difficile per la valle Spluga, a lungo isolata fino alla realizzazione di una bretella. A febbraio lo smottamento si è mosso ancora, e per pochi giorni la statale 36 è stata chiusa; ora, invece, la situazione sembra tranquilla. Infine, appena oltre il confine tra la Valchiavenna e la Svizzera, incombe la frana del Cengalo in val Bondasca, nel territorio di Bregaglia. L’imponente smottamento nell’agosto 2017 causò 8 vittime, escursionisti dispersi e mai ritrovati, e danni anche nella vicina Valchiavenna. E solo due settimane fa è tornato a muoversi lo smottamento presente nel pizzo Cengalo, materiale è finito a valle ostruendo l’unica strada d’accesso alla Val di Lei in Valchiavenna.