Frane del Cengalo, nuove firme per il tunnel della Mesolcina

Raccolta a quota 1.400 adesioni

EMERGENZA La frana in Val di Bondo: a Chiavenna la dogana è stata chiusa al traffico a causa dello smottamento

EMERGENZA La frana in Val di Bondo: a Chiavenna la dogana è stata chiusa al traffico a causa dello smottamento

Valchiavenna, 14 agosto 2018 - Complici i recenti movimenti della frana del Cengalo registrati nei giorni scorsi è ripresa, con nuovo e rinnovato vigore, la raccolta firme per la realizzazione del tunnel della Mesolcina che, secondo il progetto, dovrebbe collegare la Valchiavenna al Canton Grigioni con un traforo tra l’italiana Campodolcino e la svizzera Mesocco. Da sabato scorso gli attivisti del comitato per il traforo stradale hanno intrapreso una nuova campagna di raccolta firme – che segue un’analoga iniziativa intrapresa nel periodo di marzo e aprile scorsi – che ha permesso di raccogliere ben 1400 adesioni di cittadini, sia residenti in Valchiavenna e Valle Spluga sia proprietari di seconde case.

La campagna – che proseguirà per tutta la settimana, dalle 17.30 alle 19, tutti i giorni, escluso Ferragosto, nel piazzale antistante la chiesa di Campodolcino – ha l’obiettivo di raccogliere consensi e di informare la cittadinanza su di un tema che potrebbe risultare vitale per il futuro del territorio valchiavennasco. La realizzazione del tunnel, infatti, garantirebbe una nuova via di transito verso la vicina Svizzera, permettendo collegamenti diretti anche nei mesi invernali – il passo della Spluga, già difficoltoso a causa degli impervi tornanti, rimane chiuso, a causa della neve, per circa sei mesi all’anno - ed evitando i disagi dovuti alle frane che, periodicamente, flagellano sia il versante italiano sia quello svizzero, costringendo lavoratori frontalieri e turisti a lunghe e disagevoli deviazioni. Inoltre darebbe la possibilità ai migliaia di frontalieri – provenienti da Valchiavenna, Alto Lario e Valtellina – di raggiungere in maniera più agevole i propri posti di lavoro, senza essere costretti ad inerpicarsi sugli stretti tornanti dell’asfittica strada statale 36.

L’importanza del Passo dello Spluga balza facilmente agli occhi essendo l’unica via diretta, in tutto l’arco Alpino, per raggiungere ln centro Europa: per attraversare le Alpi, infatti, è sempre necessario superare due o più valichi mentre, una volta superato il Passo dello Spuga, non esistono altri ostacoli montuosi che sbarrino l’accesso ai paesi centroeuropei e, quindi, un traforo garantirebbe collegamenti più agevoli. «La realizzazione del tunnel – commentano dal comitato – garantirebbe ai nostri giovani un futuro lavorativo stabile. Solo in questo modo le nostre valli potranno avere un avvenire. L’iniziativa ha anche trovato consensi nei territorio dell’Alto Lario e della bassa Valtellina dove, a partire da settembre, terminato il periodo delle vacanze estive, andremo a raccogliere le firme dei cittadini che chiedono la realizzazione di quest’opera da troppo attesa». La proposta della realizzazione del tunnel – condivisa anche dai vertici regionali che hanno incontrato il comitato il 7 giugno – ha raccolto pareri favorevoli anche dalla parte svizzera: «Il 7 agosto – dicono gli attivisti – siamo stati ricevuti a Melide dall’ex presidente dell’alta camera del senato svizzero Filippo Lombardi, che si è detto molto interessato al progetto e si è riservato di convocare un tavolo con Regione Lombardia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA