Frana a Lanzada, gli sfollati tornano a casa

Il masso ciclopico che bloccava la comunale è stato fatto brillare grazie anche alla solerzia della Questura che ha sveltito il lavoro dell'impresa edile

I lavori a Lanzada

I lavori a Lanzada

Lanzada, 15 febbario 2018 - C'è ancora del materiale instabile sul versante malenco dal quale, nella notte tra lunedì e martedì, si è staccata la frana che ha coinvolto il comune di Lanzada su due fronti. Un masso della grandezza di 45 metri cubi, dal peso di 120 tonnellate, è rotolato dalla montagna fino alla carreggiata vicino al campo sportivo della frazione di Tornadri; mentre un secondo corpo, formato da detriti di dimensione inferiore e un volume complessivo di circa 90 metri cubi, è precipitato fino all'imbocco della galleria che si trova prima del bivio per Alpe Ponte di Lanzada, bloccandone completamente l'ingresso. Fortunatamente l'episodio non ha provocato danni a case, automobili o persone, ma, in via precauzionale, il Comune ha chiesto a ventun residenti nelle vicinanze di abbandonare le rispettive abitazioni. Gli sfollati hanno trovato ospitalità da amici e parenti o in albergo, e da ieri sera, sono tornati a casa.

Per prevenire ulteriori cedimenti «abbiamo incaricato una ditta per il disgaggio e la pulizia del versante che durerà circa 15 giorni - spiega il sindaco dell'abitato, Marco Negrini - lasso di tempo in cui rimarrà chiuso anche il tratto di strada che dalla cava Marmi Mauri porta a Franscia». Invece, il pezzo di strada comunale immediatamente precedente, quello che dalla Marmi Mauri conduce al punto in cui si trova il sasso di 45 metri cubi, riaprirà entro oggi. Ieri, nel pomeriggio, la ditta specializzata ha fatto brillare l'ostruzione gigante che ha occupato completamente la sezione stradale, determinando un cratere non indifferente. «Aprendo almeno questa porzione di strada, le attività artigianali e agricole potranno tornare alla normalità», aggiunge il sindaco.

Per far fronte alla spesa di messa in sicurezza del versante e di sistemazione dei danni provocati, che potrebbero comprendere anche i sottoservizi che corrono sotto la sede stradale, il Comune investirà 200mila euro che ha chiesto alla Regione. A determinare l'evento franoso (solitamente è la primavera la stagione di maggior frequenza) sono stati gli sbalzi termici determinati dal freddo intenso di questi giorni. «Secondo i geologi, Gaetano Conforto e Alfredo Dell'Agosto- chiarisce l'assessore Cristian Nana- l'acqua prodotta dallo scioglimento della neve caduta si è infiltrata nelle pieghe della roccia stratificata e, ghiacciando, ha fatto da dilatatore, spingendo il materiale in avanti».