Valtellina, 32 anni dopo l'alluvione e la frana: "Non vogliamo dimenticare"

Dal sindaco omaggio ai morti di Sant’Antonio Morignone

Nella foto in bianco e nero Tartano, morirono 21 persone, 11 erano  villeggianti

Nella foto in bianco e nero Tartano, morirono 21 persone, 11 erano villeggianti

Sondrio, 30 luglio 2019 - Un altro anniversario a ricordare quei terribili giorni, e 32 anni dopo l’alta Valtellina non dimentica, non vuole dimenticare. Domenica si è celebrato l’anniversario della frana che cancellò per sempre i paesi di Sant’Antonio Morignone e Aquilone, e come ogni anno è stata celebrata una messa in memoria delle vittime. Quello che accadde il 28 luglio del 1987 è una delle pagine più tragiche della storia valtellinese.

L’alluvione già da dieci giorni stava mettendo in ginocchio la valle, e tra il 18 e il 28 luglio l’emergenza si era spostata dalla bassa all’alta Valtellina. A monte della strozzatura del ponte del Diavolo, fra le Prese, a sud, e Cepina, a nord, il versante montuoso diede alcuni segnali di cedimento: sull’alto versante montuoso della Val Pola, che si stende ai piedi del monte Zandila, si notarono delle fenditure. La maggiore era lunga circa 100 metri e larga una ventina. Il segnale era allarmante e, dopo un sopralluogo dei geologi, la zona venne dichiarata pericolosa e chiusa. Alle 7.18 del 28 luglio una frana si staccò dal monte Zandila (nota anche, ma impropriamente, come frana del Pizzo Coppetto, una montagna di 3.066 metri d’altezza). Quaranta milioni di metri cubi di materiale precipitano a valle travolgendo e distruggendo completamente gli abitati di Sant’Antonio Morignone e Aquilone, frazioni di Valdisotto. Fortunatamente i paesi erano stati evacuati precedentemente. Decisione che salvò la maggior parte della popolazione; venne invece travolta dalla frana una squadra di sette operai che era giunta in paese per svolgere i lavori di ripristino della strada statale 38 e alcuni abitanti della frazione di Aquilone, non evacuati perché ritenuti erroneamente fuori pericolo. Nessuno aveva previsto lo spostamento d’aria dovuto alla frana che risalì per alcune centinaia di metri la sponda opposta della montagna e costò la vita a 35 persone.

Domenica sera il vescovo Oscar Cantoni ha celebrato la messa a Sant’Antonio, tante le persone presenti, provenienti non solo da Valdisotto ma da tutta l’Alta Valle. «La ferita è ancora aperta – commenta il sindaco di Valdisotto, Alessandro Pedrini – e ogni anno non manchiamo di ricordare le vittime di quei drammatici giorni. Si tratta di una delle pagine più tragiche della storia dell’Alta Valle, non dimentichiamo, non vogliamo dimenticare». E su Facebook in questi giorni sono stati tanti i ricordi di quel drammatico 28 luglio di 32 anni fa, immagini di due paesi che non ci sono più, spazzati via in un attimo insieme alle vite di 42 persone.