"È un prodotto musicale" Baby Gang resta libero

Milioni di visualizzazioni e budget per video e canzoni non ne fanno più un criminale. Il Tribunale di Milano dice no alla sorveglianza speciale per il rapper col daspo

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di Daniele De Salvo

Nonostante nei testi e nei video delle sue canzoni si spaccia per un delinquente, in realtà non è né un criminale né un pericolo pubblico da tenere d’occhio. La fedina penale di Zaccaria Mouhib, alias Baby Gang, il trapper lecchese di 21 anni più daspato d’Italia, è immacolata a parte un precedente per rapina di quando era un ragazzino 15enne, e ciò che canta non può essere giudicato né condannato, perché è una sua libera "manifestazione del pensiero". Per il giovane musicista quindi niente misura della sorveglianza speciale.

A cassare per la seconda volta la richiesta di considerarlo e trattarlo come un sorvegliato speciale sono stati i giudici della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Era già successo a marzo, con la bocciatura di una richiesta analoga arrivata dalla questura di Sondrio. "Un prodotto musicale ritenuto difforme dai modelli auspicabili resta coperto dal diritto fondamentale di manifestazione del pensiero e può essere accostata ad una misura di prevenzione personale solo se connessa alla consumazione abituale di delitti, di cui mancano gli estremi", si legge nelle motivazioni dei giudici meneghini, che hanno accolto la tesi difensive del legale del 21enne Niccolò Vecchioni ed escludono tra l’altro che "sia attualmente coinvolto nell’uso delle armi, negli spacci e nelle violenze di cui tratta nelle canzoni". Nonostante gli "atteggiamenti sfidanti" e sebbene si atteggi a duro e boss di quartiere, impugnando Ak 47 e indossando cappucci mefisto in stile rapinatore, Baby Gang non sarebbe insomma poi chi vuol fra credere, le sue, sebbene di pessimo esempio, sarebbero più che altro messinscena per aumentare guadagni, click e follower. "Una sentenza imbarazzante", per il consigliere regionale lombardo della Lega Alex Galizzi, che prosegue: "Definire le affermazioni del personaggio in questione come diritto fondamentale di manifestazione del pensiero rasenta la follia". L’unica certezza è che più si discute e dibatte di quanto combina, più le visualizzazioni dei suoi videoclip in rete crescono: uno dei suoi ultimi brani in una settimana ne ha incassate un milione, mentre altri video ne hanno totalizzate 17 milioni. "Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli", sosteneva del resto Oscar Wilde nel suo Dorian Gray.