"Crédit Agricole aiuti il territorio"

Le reazioni in Valle del mondo imprenditoriale e politico alla scalata del colosso francese a Creval

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di Michele Pusterla

Tiene banco, in Valtellina, come è ovvio che sia, la notizia della scalata di Crédit Agricole, la cui sede italiana è a Parma, del Credito Valtellinese. Il colosso bancario d’Oltralpe punta a diventare la sesta banca commerciale della Penisola, per masse gestite, con una quota di mercato pari al 5%, oltre 1.200 filiali e 2,8 milioni di clienti e una forte presenza nelle aree italiane più produttive, a cominciare dalla Lombardia. Il lancio dell’Opa volontaria totalitaria su Creval, di cui già possiede il 9,8%, ha scosso il mondo imprenditoriale e politico della provincia di Sondrio.

Intanto il numero uno di Crédite Agricole Italia, Giampiero Maioli, 64 anni, ha annunciato che l’entità aggregata "manterrà il proprio forte impegno a supporto dell’Italia e delle comunità locali". Quello che, sin da ora, auspicano gli imprenditori valtellinesi e valchiavennaschi.

"Sino al 2018 ero anch’io nella “governance“ di Creval - ricorda Gionni Gritti, presidente di Confartigianato Sondrio - e già allora c’erano i primi approcci con i francesi. Al di là di tutto il nostro auspicio è che questo istituto abbia davvero un occhio di attenzione verso il nostro territorio che ha bisogno di essere aiutato, come in passato lo è stato da tutto il sistema bancario locale. Il territorio è cresciuto con le banche e viceversa. Oggi ci aspettiamo qualcosa di più, in termini di sostegno. Creval è divenuta una banca snella, pronta, veloce dopo il riequlibrio di bilancio: dopo tutte le politiche di assestamento che ha avuto con il nuovo managment, guidato dall’ad Luigi Lovaglio, sulla scia di quanto era stato avviato dalla gestione-Fiordi in precedenza".

Ma non mancano le preoccupazioni, per l’operazione, da parte del mondo politico a differenza, ad esempio, del sindacato che, nelle ultime ore, ha espresso giudizi positivi sugli sviluppi del risiko bancario. "È un peccato - afferma Elio Moretti, presidente della Provincia di Sondrio - che perdiamo una delle banche del territorio di cui siamo orgogliosi, come popolazione, di averla. Lo ritengo un impoverimento, pur non volendo io entrare nelle dinamiche finanziarie che stanno determinando questo passaggio, perchè il Credito Valtellinese è sempre stato un importante punto di riferimento per tanti investitori e risparmiatori della nostra provincia montana. È una banca che, assieme alla Banca Popolare di Sondrio, ha fatto la storia dell’economia provinciale rappresentando un serio punto di riferimento per numerosi imprenditori". Non "si possono cancellare 100 anni di storia, pur in un’ottica diversa", a parere pure di Gritti il quale insiste nel concetto di "attenzione al territorio che non dovrebbe mancare e sono propenso a credere che non mancherà anche in futuro. Tante banche hanno pagato pegno, come il Monte dei Paschi di Siena, la Popolare di Vicenza e quella di Bari, mentre il Credito Valtellinese si è ripreso e, oggi, è una banca che può dare ancora molto, anche in una veste nuova, quella francese, se l’operazione andrà in porto". "Non mi ha colto di sorpresa la notizia della scalata - dichiara Loretta Credaro, vicepresidente del Consiglio nazionale dell’Unione Commercio, al vertice di quella provinciale e numero uno della Camera di Commercio di Sondrio, oltre che membro del CdA di Bps -. Ce la si poteva aspettare, in relazione al fatto che Creval è da tempo che propone alla clientela tutti i prodotti di Crédite. Si tratta di un istituto molto importante a livello internazionale. Sarà da vedere quale attenzione riserverà alla Valtellina e speriamo non ci siano ricadute negative sul sistema occupazionale".