
Un impianto idroelettrico
Il possibile ingresso nelle concessioni dell’idroelettrico da parte di società a capitale straniero è un finto problema. E le autorità competenti dovrebbero tenere conto delle opinioni degli interlocutori esterni. Lo afferma Ezio Roppolo, a capo del coordinamento dei comitati del Grande Idroelettrico Alpi e Appennini, fortemente radicato anche in provincia di Sondrio. Una risposta all’allarme lanciato giorni fa da Jonny Crosio, ex parlamentare ora esponente di Fratelli d’Italia, che da sempre si è occupato dell’annosa e importante questione idroelettrica: "Rischiamo di vederci scippate le dighe", il concetto di Crosio.
"Molti operatori del settore idroelettrico con le loro associazioni imprenditoriali hanno creato nel tempo una narrazione “anti-concorrenziale“ fondata su alcuni elementi di fatto, ma sostanzialmente fake, dedicata unicamente a favorire i propri interessi senza alcun riguardo per quelli degli stakeholder – dice Roppolo –. Non vengono tenuti nel minimo conto in questa narrazione gli interessi degli “interlocutori esterni“, in particolare quelli dei territori su cui gravano gli impianti e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse (l’acqua). Tuttavia maggioranza politica ed esponenti di governo a volte addirittura sostengono questa narrazione, forse ingenuamente, di certo senza minimamente approfondire la complessità dello scenario. Ne abbiamo esempi recenti in Valtellina, ma in genere in tutte le Regioni. Eppure non serve Einstein per comprendere che lo spauracchio dello straniero che viene a banchettare a casa nostra non esiste, sia perché una certa fetta della torta se la sono presa da tempo, sia perché il resto della torta se la stanno “mangiando“ da un secolo... Basta saper fare di conto per comprendere che la necessità di infinite proroghe delle concessioni è una favola grande come una mongolfiera a fronte della cicciosissima redditività dell’idroelettrico, sia perché gli investimenti sbandierati in ogni occasione sarebbero già realizzati e ammortizzati da gestioni avvedute nelle innumerevoli proroghe già godute. In conclusione, i comitati locali in tutti i territori montani sono pronti a delineare i reali scenari che rendono opportune e imprescindibili le gare per i rinnovi delle grandi derivazioni idroelettriche, purché la politica fosse davvero disponibile a prendere atto delle realtà. E se le amministrazioni si rendessero disponibili a considerare, oltre alle veline degli industriali, anche suggerimenti per la protezione dell’economia, dell’occupazione e dell’ambiente dei territori stessi".
F.D’E.