Centro unico di cottura "Il Comune si sbaglia"

I sindacati contrari all’assegnazione ai privati delle mense scolastiche "Il servizio rischia di peggiorare e il personale sarà ridotto dalle attuali 40 unità".

Un muro contro muro annunciato quello tra Comune e sindacati sul Centro unico di cottura che dovrà sostituire le mense comunali. Per ora la Giunta ha approvato l’avviso esplorativo che verrà indirizzato ai privati sollecitandoli alla presentazione di proposte di project financing per progettazione, esecuzione, gestione e manutenzione di un Centro unico di cottura in grado di gestire le richieste di scuole dell’infanzia, asili nido, primarie e secondarie e i Centri diurni disabili. Si tratta di non meno di 5mila pasti al giorno contando anche quelli da consegnare a domicilio ad anziani e non autosufficienti. "Nonostante continui solleciti di organizzazioni sindacali e RSU sindaco e assessori non hanno fornito alcuna certezza per il personale comunale che ora si occupa di gestire le cucine del Comune - spiega Alessandra Ghirotti segretario della Funzione Pubblica Cgil -. Sono 40 le operatrici che chiedono da tempo quale sarà il loro futuro lavorativo, senza avere risposta. Stupiscono le dichiarazioni del sindaco rispetto al fatto che non ci sarà alcuna diminuzione di posti ma che addirittura “ne verranno creati altri“ dal momento che, una volta affidato il servizio a terzi, sarà il nuovo gestore a determinare la politica del personale a partire dalle condizioni contrattuali, sicuramente peggiorative rispetto alle attuali". Da qui la contrarietà di Cgil, Cisl e Uil all’affidamento del servizio pasti ai privati. "Non per posizioni “vetero comuniste“ come sostiene il sindaco, ma perché crediamo fortemente nell’azione pubblica diretta che garantisce erogazione di servizi di qualità e remunerazioni più dignitose per il personale fuori da logiche di profitto per pochi sulle spalle di lavoratori e lavoratrici a cui sono applicate condizioni di lavoro peggiorative". Secondo sindacati e Rsu la privatizzazione della refezione si configura come una "svendita del servizio pubblico ai privati". "Di sicuro non ci guadagneranno Comune e utenti. Un po’ quel che è accaduto con il nido Peter Pan di Albate, che verrà chiuso per i prossimi 3 anni senza ascoltare le richieste di educatori e genitori che chiedevano di aprire l’asilo Nuvoletta di Camerlata, un edificio nuovo e a oggi inutilizzato, per non lasciare un intero quartiere senza servizi per la prima infanzia".

Roberto Canali