La Polizia provinciale blocca un altro bracconiere: è un 70enne di Cedrasco

Il presidente Elio Moretti: "E’ avvilente constatare che vi sono in circolazione personaggi che non hanno il ben che minimo rispetto delle regole"

Cervi nella neve in una foto di repertorio (Ansa)

Cervi nella neve in una foto di repertorio (Ansa)

Sondrio, 20 dicembre 2018 - In provincia di Sondrio l’attività dei bracconieri non conosce sosta, ma nemmeno quella degli agenti del Corpo di Polizia provinciale conosce tregua. Dopo i fatti delle scorse settimane, che hanno visto l’identificazione degli autori dell’abbattimento di 4 caprioli in due distinti episodi di bracconaggio, gli agenti del hanno portato a termine un’altra operazione che ha permesso di cogliere sul fatto un settantenne residente a Cedrasco che, in località “Bruciate” del comune di Colorina, si apprestava a intraprendere una azione di bracconaggio.

Durante una normale attività di pelustrazione della zona la Polizia provinciale ha notato il soggetto, peraltro già noto agli agenti per fatti analoghi, che uscito dalla baita si inoltrava nel bosco percorrendo un sentiero. Aveva zaino in spalla e in mano reggeva un fucile munito di silenziatore. Dato che la caccia agli ungulati è chiusa, gli agenti hanno raggiunto l'uomo, lo hanno fermato e identificato:  era in possesso di un fucile a canna rigata di calibro 223 basculante con il colpo in canna, sul quale era montato un silenziatore della lunghezza di 36 centimetro e munito di ottica di precisione. Si tratta di un’arma tipica di chi è dedito al bracconaggio in quanto di dimensioni ridotte e facilmente occultabile sotto gli abiti. Il malcapitato è stato trovato altresì in possesso di altri tre cartucce del medesimo calibro, oltre al fatto che a seguito di ulteriori controlli presso la stazione dei carabinieri di Berbenno, l’arma non risulta denunciata.  Presso la baita gli agenti hanno rinvenuto altre 15 cartucce cariche e 19 bossoli vuoti, sempre dello stesso calibro dell’arma. Gli agenti hanno proceduto quindi al sequestro dell’arma, del silenziatore e delle munizioni e al deferimento del  soggetto all’autorità giudiziaria contestandogli i reati di esercizio della caccia in giorni di divieto (arresto fino a 3 mesi o ammenda fino a 516 euro), esercizio della caccia con mezzi vietati (in relazione all’uso del silenziatore, ammenda fino a 1.549 euro), detenzione abusiva di arma e munizioni senza aver fatto denuncia all’autorità (arresto da 3 a 12 mesi o ammenda fino a 371 euro), porto abusivo di arma senza licenza dell’autorità (arresto da 3 a 18 mesi), porto di armi od oggetti atti a offendere (arresto da 6 mesi a 2 anni e ammenda da  1.000 a 10.000 euro),  Alterazione di armi (reclusione da 1 a 3 anni e multa da 309 a 2.065 euro).  "E’ avvilente constatare che vi sono in circolazione personaggi che non hanno il ben che minimo rispetto delle regole e che nonostante la non più giovane età, il trascorrere del tempo non ha portato loro alcun beneficio - commenta il presidente della Provincia, Elio Moretti -. L’unica nota lieta di questa vicenda è che questa volta l’intervento degli agenti della Polizia provinciale ha permesso di prevenire e sventare atti predatori nei confronti della fauna".