C’è la “Stanza della vita” Per donare gli organi

Brescia, l’idea di Aido di uno spazio per sensibilizzare i parenti dei defunti

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di Federica Pacella

Pochi minuti per pronunciare un "sì" che per qualcuno può rappresentare l’inizio di una nuova vita, mentre per qualcun altro significa l’addio a un proprio caro. Una situazione complessa quella in cui si trovano i parenti dei deceduti, che possono trovarsi a dover dare il consenso alla donazione degli organi, tessuti, cellule del proprio caro. Proprio pensando a loro, Aido Brescia ha proposto ad Asst Spedali Civili di Brescia di realizzare la “Stanza della vita“ intitolata ad Aldo Astori, dove l’equipe medica potrà incontrare i familiari dei deceduti.

"In Italia ci sono più di 8mila persone in lista per un trapianto – ricorda Vittoria Mensi, presidente Aido Brescia –. Decidere di donare gli organi di chi ci ha lasciato è una decisione difficile da prendere ed è fondamentale la presenza di figure che possano accompagnare e consigliare il familiare, ma anche uno spazio intimo, dedicato e di conforto". L’associazione ha incassato il via libera dall’Asst, ufficializzato ieri dal direttore generale Massimo Lombardo, alla presenza della presidente della commissione regionale Sanità, Simona Tironi e del vicepresidente vicario di Aido Lino Lovo.

"Stiamo individuando una stanza, vicino alla Rianimazione – spiega Lombardo – destinata a questi colloqui". L’impegno è stato preso all’ombra della moka per la vita, la caffettiera di 3 metri e mezzo costruita con 2mila lattine vuote in alluminio che, grazie a Aido Coccaglio e Trismoka, consente di sensibilizzare sulla donazione degli organi. Quella bresciana sarà la prima “Stanza della vita“ in Lombardia e, probabilmente, anche in Italia. Rispetto al passato, la sensibilità verso la donazione di organi è aumentata (sono quasi 56mila gli iscritti a Aido Brescia, 427mila in Lombardia). La maggior parte dei Comuni ha inoltre aderito a “Una scelta in comune“, che consente di raccogliere il consenso (o il diniego) alla donazione di organi direttamente all’anagrafe. Nel Bresciano, 207mila hanno già detto sì; nella Bergamasca il via libera è arrivato da 190mila persone, in provincia di Como da 108 mila, nella provincia di Lecco da 64mila, nella provincia di Sondrio da 37mila. "Con l’assessorato regionale al Welfare – ha annunciato Tironi – stiamo lavorando alla possibilità di inserire nella cartella clinica la dicitura che evidenzia se il paziente è donatore di organi".