Capitali della Cultura unite nel Giorno del Ricordo

Il Giorno del Ricordo unisce quattro Capitali della Cultura, Bergamo e Brescia passano il testimone a Gorizia e Nova Gorica per il 2025. Un dialogo tra studenti e sindaci sottolinea l'importanza dell'accoglienza e della riconciliazione.

Il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 dal Parlamento per conservare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, quest’anno unisce quattro Capitali della Cultura. L’appuntamento del 10 febbraio è introdotto nella provincia orobica dall’iniziativa che si è tenuta l’altra mattina nel Comune di Bergamo: "Il coraggio della frontiera: superare i confini. Da Bergamo-Brescia 2023 a Gorizia-Nova Gorica 2025". Un passaggio di testimone dalle due città lombarde, che sono state Capitale italiana della Cultura, alle due città di confine che saranno insieme, nel 2025, Capitale europea della Cultura.

"Nel 2023 la nostra associazione ha condiviso con Bergamo e Brescia delle iniziative pensate per valorizzare le due capitali come città dell’accoglienza, in virtù del ruolo determinante che hanno avuto nell’accogliere gli esuli – spiega Maria Elena Depetroni, delegata dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia presso il ministero dell’istruzione e del merito –. Da Gorizia e Nova Gorica arriverà un messaggio di riconciliazione a tutta l’Europa. Anche queste due città sono state capaci di abbattere i muri per dialogare".

La mattina è stata aperta dall’orchestra sinfonica del liceo musicale Secco Suardo. È seguito un dialogo, moderato da Daniele Rocchetti, presidente Acli Bergamo, e introdotto da Maria Elena Depetroni, tra gli studenti, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, Anna Frattini, assessore del Comune di Brescia con delega alle politiche educative e giovanili, e Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia. All’incontro hanno preso parte gli studenti del liceo scientifico Mascheroni e del liceo artistico Manzù.

Michele Andreucci