Campodolcino, il progetto distilleria comunale muove i primi passi

L'impianto avrà scopo didattico e turistico

Enrico Francoli

Enrico Francoli

Campodolcino, 28 febbario 2018 - «Mio cugino Alessandro, su un volo Easy Jet, stava leggendo una rivista di viaggi che parlava delle distillerie comunali che ci sono in Scozia. Lassù, in ogni paese, c’è una distilleria e ha pensato: perché non crearla anche a Campodolcino?». A raccontare l’idea è Enrico Francoli nella maison di Ghemme (Novara). Lo spaccio dei prodotti è una bella costruzione di pietra, tutta arrivata dalla Valchiavenna. Un segno importante di attaccamento alla propria terra d’origine. Dinastia di distillatori, la famiglia Francoli mosse i suoi primi passi nel mondo degli alambicchi nel 1875, quando Luigi Guglielmo Francoli iniziò, a Campodolcino, i suoi primi esperimenti con un rudimentale alambicco, e diede alla luce le prime gocce della sua grappa. Da allora i Francoli sono cresciuti (la solo produzione annua di grappa è di 700mila bottiglie, alla quale bisogna aggiungere vino e distillati. Sono 14 i milioni di fatturato annuo, 10 grazie al mercato nazionale, il resto arriva dall’export, che salgono a 30 se si somma il business di Francoli Energia, Francoli Usa, Valdotaine, Thirsty e Camel Oceania).

In Piemonte i Francoli sono diventati dei numeri uno (il presidente della società è Alessandro, coadiuvato da Enrico, Alberto, Roberto e Andrea), ma il cuore rimane sempre nella Val San Giacomo, dove ritornano costantemente. Per ricordare i loro avi, il lavoro di tanti che nei freddi mesi invernali distillavano la grappa, integrazione del reddito che veniva dall’agricoltura, i Francoli sono ben disposti a supportare il progetto di una distilleria a scopo didattico e turistico in Valle. «Mandare qualche quintale di vinaccia a Campodolcino – continua Enrico - penso non sia un grosso problema per noi e i nostri colleghi produttori». Distillatori che dalla Val San Giacomo cercarono fortuna in mezza Italia, dalla Lombardia, al Piemonte, fino all’Emilia Romagna.

L’Amministrazione comunale, con la giunta Guanella, ha sposato il progetto che in una realtà turistica, con una ricca tradizione gastronomica, potrebbe dare valore aggiunto. Intanto, agli appassionati di distillati va consigliata una visita alla Francoli, una realtà storica e molto attenta anche all’ambiente. L’approccio storico alla distillazione si è concretizzato attraverso il recupero di antichi testi quali il Libellus de Aqua Ardenti di Michele Savonarola del 1484 e soprattutto attraverso la pubblicazione della collana di tre volumi L’Arte della Distillazione, interamente dedicata alla ricerca delle origini storiche e non leggendarie della teoria, della tecnica e degli strumenti della distillazione. La fondazione a fine anni ottanta della Biblioteca Internazionale dell’Acquavite e del Liquore, che ha sede presso CasaFrancoli, punto vendita dell’azienda, è un ulteriore contributo al mantenimento della memoria storica del proprio lavoro. In tema ambiente, Francoli ha aderito al progetto Impatto Zero®, grazie al quale, in Costa Rica, sono stati creati e tutelati venti ettari di foreste in crescita, in grado di assorbire la quantità di anidride carbonica prodotta dalle attività commerciali quali approvvigionamento e consegna delle merci, spostamenti in auto e in aereo di tutte le persone coinvolte nella vita dell’azienda.

A Ghemme, invece, il recupero dell’energia ancora disponibile nelle vinacce è un capitolo importante, nonché di grande attualità. Da un prodotto naturale come la vinaccia non si può che ottenere un combustibile rispettoso dell’ambiente; la combustione della buccetta non solo autosostiene l’impianto, ma l’intera distilleria e tutta l’azienda, permettendo quindi di non utilizzare i tradizionali combustibili minerali (gasolio e metano). Una realtà a impatto zero. Da un chilogrammo di vinaccia si ottengono circa 100 millilitri di grappa a 40% volume. Il che implica che le masse di materia prima impiegate per la distillazione della grappa siano particolarmente significative. Enormi sono infatti le vasche della Francoli dove si raccolgono le vinacce. Affascinanti gli alambicchi, come tutto l’impianto e le cantine.