Bormio, corsa contro i tempo: "Salvate il piccolo Hussein"

L'impegno del tecnico bormiese Ruggero Guanella a favore di un bambino malato in Iraq

Ruggero Guanella e il bambino

Ruggero Guanella e il bambino

Bormio (Sondrio), 16 dicembre 2018 - Una corsa contro il tempo per salvare il piccolo Hussein, 12enne originario di Wana, piccolo villaggio poco distante da Mosul, in Iraq. Il giovane soffre di una stenosi sottovalvolare aortica recidiva, con scompenso cardiaco e, per poter ricevere le cure necessarie, è stato trasportato, con non poche difficoltà, presso l’Istituto Giannina Gaslini di Genova, un’eccellenza mondiale, nel reparto di Cardiochirurgia infantile, dove domani verrà sottoposto ad un lungo e delicatissimo intervento. A tentare il tutto per tutto per salvare la vita di Hussein è stato Ruggero Guanella – ingegnere originario di Bormio – che, insieme al collega Maurizio Nesti, ha organizzato una raccolta fondi tramite Gofundme Italia: «Per ora – fa sapere Guanella – siamo riusciti a raccogliere 21mila euro, ma ne serviranno almeno 35mila per coprire tutte le spese necessarie». 

I due italiani, in Iraq per la realizzazione del campo costruito presso la diga di Mosul per i soldati italiani e i tecnici della ditta Trevi, ha conosciuto il piccolo tramite il padre, Basheer, idraulico del campo che portava il figlio con sé: «Hussein veniva spesso a trovarci e restava seduto nell’ufficio di Maurizio – ricorda Guanella - Parlava poco, ma sorrideva scaldando il cuore a tutti noi. Purtroppo, nelle ultime settimane, le condizioni di Hussein sono notevolmente peggiorate fino al ricovero presso l’ospedale di Mosul, già sede dei terroristi dell’Isis fino a pochi mesi fa. La struttura, pesantemente compromessa dal trattamento riservatole negli ultimi anni, non è adatta a fornire le cure di cui Hussein necessita: contemporaneamente alla raccolta di fondi abbiamo iniziato la procedura per l’ottenimento dei visti necessari per l’ingresso in Italia e, dopo qualche intoppo burocratico, siamo finalmente riusciti ad ottenerli. Acquistati i biglietti ho personalmente accompagnato all’aeroporto di Erbil Hussein, suo padre e l’amico e traduttore Hawar, architetto curdo, cittadino italiano residente ad Aosta da molto tempo».

Nonostante la gravità della situazione - Hussein è stato defibrillato e rianimato due volte nella scorsa settimana – la corsa contro il tempo è stata interrotta, presso l’aeroporto di Vienna, per motivi burocratici: di fatto, il personale dell’Austrian Airlines, adducendo procedure di sicurezza, ha disconosciuto il visto per l’Italia rilasciato dal consolato italiano a Huissein e a suo padre, rendendo necessario l’acquisto di nuovi biglietti aerei e riprogrammando contestualmente tempi e modi del ricovero e trasporto all’ospedale. Venerdì Hussein è atterrato in Italia e, ad aspettarlo c’era Maurizio Nesti con l’ambulanza messa a disposizione dal Gaslini per il trasporto fino all’ospedale: «Sono al Gaslini – ha fatto sapere Nesti - ho appena consegnato Hussein nelle mani forti e sicure di queste persone. È un’emozione molto grande». La battaglia per la vita del piccolo inizierà tra poche ore, ma la situazione è sempre più critica: «Purtroppo – sospira Guanella - dalle prime indagini il quadro clinico è peggiore rispetto a quanto ci si aspettasse, ma dobbiamo essere ottimisti. Ci abbiamo creduto fino ad ora e non smetteremo di pregare e sperare».