"Bene nelle feste di Natale Ora mazzata per il Covid"

Valmalenco, il direttore del Consorzio turistico traccia un primo bilancio "Gli stranieri non vengono non tanto per i contagi quanto per le norme"

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di Fulvio D’Eri

Il periodo natalizio è stato positivo per il comparto turistico della Valmalenco ma d’ora in poi le prenotazioni scarseggiano. E’ questa l’agrodolce affermazione di Roberto Pinna, il direttore del Consorzio turistico Valmalenco, che analizza la situazione di una stagione turistica partita coi migliori auspici e che poi, a causa della recrudescenza, in tutta Europa, della pandemia di Covid 19 rischia di essere ancora “zoppa“.

"Il periodo delle festività natalizie è stato soddisfacente, di gente ne è venuta in Vamalenco, non abbiamo avuto di certo i numeri pre Covid ma le cose sono andate bene". Le stringenti norme, dal governo, hanno imposto agli sciatori il green pass e la mascherina sugli impianti. "Direi che tutto si è svolto nel migliore dei modi, i turisti si sono dimostrati responsabili e hanno rispettato in pieno le norme. Devo dire di aver riscontrato grande maturità, forse anche perché c’è veramente paura del contagio e quindi si osservano alla lettera le norme. E poi, alla fine, queste regole non sono poi così limitanti o, meglio, non lo sono di più che per circolare e frequentare posti in città". Ieri in Valmalenco c’è stata una massiccia operazione di controllo da parte dei Carabinieri.

"Si, gli agenti si sono posizionati all’arrivo della Snow Eagle (la funivia che porta dall’abitato di Chiesa Valmalenco al Palù ndr) e hanno eseguito in tutta tranquillità i controlli. E’ stato un controllo a campione, la gente ha accettato di buon grado, non c’è stato il minimo problema. I controlli sono essenziali, la mia speranza è che siano anche costanti. Presenti anche i cani antidroga mentre gli agenti hanno effettuato controlli anche per quel che riguarda l’eventuale abuso di alcool". La prima parte di stagione, la primissima, è andata piuttosto bene, come ci ha accennato. Ora inizia la stagione delle cosiddette “settimane bianche“. Qual è la situazione? "Innanzitutto voglio precisare che la classica settimana bianca, come intesa negli anni ’90 e nei primi anni 2000, non c’è quasi più, perlomeno per le famiglie italiane. Si opta da tempo per 23 giorni, per il weekend. Di solito sono gli stranieri a concedersi la settimana bianca ma ne vedremo pochi quest’anno perché le norme restrittive (quarantene, tamponi, etc) scoraggiano gli stessi a venire in Italia. Di prenotazioni ce ne sono pochine. Noi lavoravamo molto con gli studenti stranieri ma a loro, in Italia, è richiesta in entrata una quarantena di due giorni e quindi capite bene che le scolaresche hanno disdetto. Speriamo che, come paventato in Spagna e Francia, il governo tolga questa norma, altrimenti rischiamo di perdere clientela in favore di altri due Paesi europei".