La bava delle lumache per la cosmesi, il business è a Berbenno

L'azienda agricola avviata da Arianna Bongiolatti insieme al fidanzato è una delle prime in Valtellina

L'azienda agricola nel verde di Berbenno

L'azienda agricola nel verde di Berbenno

Berbenno (Sondrio), 25 luglio 2018 - Nell'innovazione cosmetica degli ultimi anni la bava di lumaca ha avuto un ruolo centrale. Un ingrediente miracoloso, scoperto per caso nella pulizia delle vasche di un acquario, per sconfiggere l’invecchiamento della pelle. E lo sa bene Arianna Bongiolatti, 34enne di Berbenno che, dopo un’esperienza di 4 anni in Inghilterra ha scelto di tornare a casa e avviare, con l’aiuto del suo fidanzato Andrea Baldi, 35enne di Aulla, il suo allevamento di lumache e produrre il rivalutato nettare.

«Premetto che le lumache mi sono sempre piaciute, fin da bambina – racconta la giovane, proprietaria dell’azienda agricola che ha sede a Berbenno –. Ma l’idea di questa esperienza mi è venuta lo scorso anno. Mi trovavo qui a casa dei miei e ho visto in tv un servizio sulla bava di lumaca e gli allevamenti che stavano nascendo per la produzione cosmetica. L’ho trovato geniale. Tornata in Inghilterra ne ho subito parlato con Andrea e, insieme, abbiamo cercato di capire costi e resa dell’attività attraverso uno studio di fattibilità». Così, a dicembre 2017, la coppia è tornata in Italia. A marzo sono cominciati i lavori al terreno di proprietà della famiglia di Arianna (sulla Strada della Tagliata) e lì è sorto l’allevamento a ciclo biologico completo, ora ben avviato, da 4mila metri quadri. Il primo in provincia di queste dimensioni. «Nei nostri campi vivono 16.500 lumachine che, tre volte l’anno, possono essere sottoposte al trattamento di estrazione della bava – spiega la giovane imprenditrice –. Non di più: non vogliamo che si stressino troppo. Una volta estratto il siero (a cui provvede direttamente il laboratorio di Bergamo a cui ci rivolgiamo) vengono prodotti i cosmetici. Proponiamo, tramite il laboratorio, crema viso, crema mani, siero con acido ialuronico, burro cacao (tutti certificati biologici) e sciroppi alla ciliegia e al lampone. Il nostro obiettivo, per il futuro, è arrivare a crearli con le nostre mani, ma ora non disponiamo di sufficienti risorse. Solo il macchinario per l’estrazione costa circa 30mila. Vogliamo ingrandirci ed evolverci: in autunno con la vendita per gastronomia». L’elicicoltura di Arianna e Andrea prevede che le lumache vivano al riparo e si nutrano di diversi ortaggi che sono stati piantati da loro, come bietola, cicoria e cavolo. «Vivono nella natura, a differenza di quelle alimentate a mangimi di alcuni allevamenti – aggiunge Arianna –. È una vera soddisfazione vedere l’allevamento ora. C’è voluto tanto lavoro. Sono felice perché abbiamo creato anche il nostro orto e noi stiamo mangiando i prodotti della nostra terra». Il nome dell’azienda? “La lumaca del Cuet”, Cuet dal nome che il nonno di Arianna aveva dato a quel terreno.