Da Albosaggia alla Mongolia in bici sulle tracce di frà Giovanni

Albosaggia, la spedizione del geografo Corbellini e di altri tre esploratori lungo la via della seta percorsa secoli fa dall’inviato del Papa

Giancarlo Corbellini

Giancarlo Corbellini

Albosaggia, 14 settembre 2022 -  Nel 1245 il papa Clemente IV diede l’incarico al frate francescano Giovanni di Pian di Carpine di portare al gran Khan dei mongoli Guyuk una lettera nella quale si chiedeva la sua conversione e la fine dell’attacco all’Europa. La risposta fu negativa ma al suo ritorno Frà Giovanni scrisse il libro Historia Mogalorum in cui descriveva i costumi e l’economia dei Mongoli decine di anni prima di Marco Polo.

Frà Giovanni impiegò due anni fra l’andare e il tornare, il geografo Giancarlo Corbellini della Polisportiva Albosaggia, l’organizzatore, con il compaesano Dario Piasini dello stesso sodalizio, il fotografo Maurizio Consolini di Milano e il dottor Gabriele Redaelli di Berbenno hanno ripetuto l’itinerario in bicicletta a più riprese causa gli eventi bellici e la pandemia di Covid. Il primo tratto da Lione a Kiev nel 2015 è stato bloccato dalla guerra del Donbass, il secondo da Rostov sul Don a Almaty nel 2018 dall’epidemia Covid che ha chiuso le frontiere con la Cina. "Quest’anno - racconta Corbellini rientrato con i compagni di avventura - abbiamo completato il programma partendo dalla cittadina mongola di Altai, la più vicina al confine per noi chiuso della Cina e percorrendo in bici la parte finale del viaggio di Frà Giovanni: circa mille chilometri fino a Karakorum. La Mongolia si è oggi molto modernizzata e le strade principali sono asfaltate; occorre però percorrere ancora molti km su piste sterrate che si perdono nelle praterie della steppa punteggiate dalle tende (gher) dei pastori nomadi che guidano le greggi di pecore e di capre e le mandrie di bovini cavalcando fiammanti moto. Sui due lati della pista è un susseguirsi di insediamenti di pastori nomadi ben visibili per le macchie bianche delle gher affiancate da quelle più scure dei recinti dove sono raccolti i cavalli per la mungitura. Il terreno è bucherellato da tane di piccoli roditori che corrono velocemente da una all’altra, facili prede di aquile, falchi e sparvieri".

"Il programma - spiega Corbellini che scriverà un libro - è stato completato nonostante vari intoppi: le temperature molto basse soprattutto alla mattina (fra zero e i 3 gradi), problemi sanitari dovuti alla dissenteria (causata forse da troppi generosi sorsi di ajrac, la bevanda locale di latte fermentato di giumenta), e la rottura del cambio della bicicletta. Dario inforca la bici per ridiscendere l’ampia vallata costellata da campi di gher lungo una pista ben battuta, attraversata da mandrie di yak e da greggi. Proprio qui doveva terminare il viaggio di frà Giovanni che non raggiunse mai la città".