
Stalking (Foto repertorio)
In meno di un mese contatta la ex quasi seicento volte, tra sms e telefonate, perché ossessionato da una gelosia morbosa, recita l’accusa, arrivando al punto da piazzarle un registratore nel frigorifero per spiarla. Nulla purtroppo di straordinario, ai tempi del codice rosso, se non fosse che ad assillare la ex era il comandante della Polizia Locale di Sirmione. Un ruolo rivestito almeno finché il cinquantenne la scorsa primavera non è stato sospeso dall’incarico dopo una misura di divieto di avvicinamento alla donna, ottenuta nei suoi confronti dalla procura. Ieri il vigile, imputato di stalking, minacce e porto abusivo della pistola d’ordinanza, è stato rinviato a giudizio. Il processo inizierà il 3 giugno, davanti ai giudici della prima sezione penale. Contro l’ex comandante si sono costituiti parte civile il Comune di Sirmione - limitatamente all’ipotesi dell’uso improprio della pistola, fuori da circostanze di servizio - e la destinataria delle attenzioni pressanti, rappresentata dall’avvocato Alessandro Asaro.
Stando alla ricostruzione del pm Alessio Bernardi il vigile, che aveva rotto un matrimonio per mettersi con la donna, dopo averle inviato un messaggio dai toni poco rassicuranti ("Allora io ti sparo...allora mi sparo io...entro domenica la storia dev’essere finita") lo scorso primo maggio si è presentato da lei con l’arma d’ordinanza carica, con due colpi in canna, per l’accusa tradendo “un chiaro intendo suicidiario omicidiario“. La presenza nell’abitazione della figlia della signora avrebbe evitato un finale potenzialmente violento. Una contestazione tuttavia negata dall’imputato.