Tremonti: "Povertà e sicurezza, chi vince a Milano dà la linea al Paese"

L'ex ministro candidato del centrodestra: "Il collegio centro non è tabù: il Terzo polo eroderà voti al Pd"

Giulio Tremonti

Giulio Tremonti

Milano - Giulio Tremonti, nato a Sondrio ma milanese d’azione, ex ministro dell’Economia, lei è candidato di FdI e del centrodestra alla Camera nel collegio uninominale del centro di Milano, un fortino del centrosinistra. Ce la può fare?

"Segnalo tre elementi. Il primo: il collegio, dopo la riduzione del numero dei parlamentari, ha avuto un’estensione territoriale oltre il centro. Non credo che valga più il principio di assoluta identità politica. Il secondo: la presenza del Terzo polo. Il terzo: la speranza!".

Il Terzo polo è uno svantaggio più per lei o per il suo rivale di centrosinistra Benedetto Della Vedova?

"Il Terzo polo eroderà i consensi acquisiti finora dal Pd".

FdI propone di organizzare un confronto pubblico tra lei e Della Vedova. È disponibile?

"Sì, è nella logica del collegio uninominale. La logica anglosassone del “first past the post’’, cioè “il primo oltre il palo”".

In realtà un confronto tra i candidati nel collegio è stato organizzato dalle candidate Bianca Tedone (Unione Popolare) e Giulia Pastorella (Terzo Polo), vedrà la partecipazione anche di Pierluigi Riccitelli (M5S) ed è stato fissato per martedì alle 21 al Cam Garibaldi. Lei ci sarà?

"È un’iniziativa organizzata da altri candidati e devo capire se è compatibile con gli impegni che ho in agenda. Certo, uno scenario così affollato, con quattro o cinque candidati a confronto, mi sembra complicato per sviluppare argomenti in maniera compiuta. Ma non ho nulla contro questo dibattito".

Milano, in crescita negli ultimi anni, può essere un modello per il prossimo Governo?

"Questo è un voto politico nazionale. Detto questo, Milano ha sempre dettato la linea, è stata il driver di tanti cambiamenti nella storia d’Italia. Un tema che può interessare il futuro della città, ma non solo, è il raddoppio della povertà. L’Istat ha segnalato che l’indice di povertà è passato da 4 a 10 in dieci anni, dal Governo Monti al Governo attuale. Certo, qualcuno diceva che la povertà era stata abolita, ma non è così. La proposta che faccio – e mi pare che rispecchi lo spirito dei milanesi – è raddoppiare il 5 per mille, a fronte di crescenti bisogni sociali, fino al 10 per mille. Il 5 per mille l’ho proposto io in un articolo sul Corriere della Sera . Ho un’altra proposta: eliminare la tassa sugli aumenti. I prezzi salgono perché c’è la guerra e la speculazione ma anche perché c’è la tassazione. E c’è un altro tema da porre all’attenzione dei milanesi".

Quale?

"La sicurezza. Milano è la capitale dei reati nelle statistiche nazionali. Più agenti? Più telecamere? Bisogna quantomeno capire la situazione e affrontarla".

In questa situazione di crisi, andare al Governo non fa tremare i polsi?

"Io penso che non ci sia abbastanza consapevolezza sulla crisi, sulle sue origini e sulla sua intensità. Noi ora vediamo l’inflazione, ma all’orizzonte c’è la recessione".

Questa è una crisi peggiore rispetto a quelle del post-11 settembre 2001 e del 2008?

"Questa crisi mi fa venire in mente il 1929, la crisi economica mondiale che aprì la strada a Hitler".