Chi è Roberto Calderoli, papabile ministro degli Affari regionali nel governo Meloni

Bergamasco, classe 1956, ex ministro delle riforme istituzionali nel governo Berlusconi II e storico volto della Lega

Roberto Calderoli

Roberto Calderoli

Roberto Calderoli è un politico e medico italiano, coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega Nord dal 2002 al 2020. È stato ministro delle riforme istituzionali nel governo Berlusconi II e ministro per la semplificazione normativa nel governo Berlusconi IV. Ceduto il passo a Ignazio La Russa per la Presidenza del Senato, il leghista Roberto Calderoli sembra in predicato per il ministero degli Affari regionali, dicastero che dovrebbe diventare anche quello delle Autonomie, nel nuovo governo targato Giorgia Meloni.  

Biografia

Roberto Calderoli nasce a Bergamo nel 1956. Diplomato al Liceo classico Paolo Sarpi di Bergamo, Calderoli si laurea in medicina e chirurgia a Milano nel 1982, specializzato in maxillo-facciale. È iscritto sia all'albo dei medici-chirurghi sia all'albo degli odontoiatri. Nel 1998 si unisce con rito celtico alla compagna Sabina Negri. Più tardi, nel 2015, sposa la compagna di partito Gianna Gancia - presidente della provincia di Cuneo dal 2009 al 2014-, questa volta in chiesa secondo la tradizione cattolica. 

La carriera politica

La sua avventura politica inizia agli albori della Lega Nord di Umberto Bossi. Calderoli è tra i “padri fondatori” del movimento padano, di cui sarà presidente nel 1993 e segretario generale dal 1995 al 2002. Dal 1990 al 1995 è stato consigliere comunale a Bergamo. Entra in Parlamento per la prima volta nel 1992 con oltre 12mila preferenze. Alle elezioni successive, nel 1994, la Lega Nord è alleata del Polo delle Libertà guidato da Silvio Berlusconi. Il governo dura poco più di sei mesi, periodo durante il quale Calderoli presiede la Commissione Affari Sociale per la Camera.

Alle elezioni politiche del 2001 è eletto al Senato nel collegio uninominale di Albino per la Casa delle Libertà nella circoscrizione Lombardia. Successivamente, ad inizio legislatura, diventa vicepresidente del Senato della Repubblica fino a luglio 2004, quando diventa Ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione, in sostituzione di Umberto Bossi, eletto al Parlamento europeo. Sue sono le proposte della riforma costituzionale che mira ad attribuire maggiore autonomia alle regioni, ridurre il numero dei parlamentari e superare il bicameralismo perfetto. La legge viene approvata dal Parlamento, ma bocciata al referendum costituzionale del 2006.

Sempre Calderoli è autore della riforma elettorale, la legge n.270 del 21 dicembre 2005 definita da lui stesso una “porcata”, che, modulata in latino, è nota come Porcellum. La legge fu molto criticata dall’opposizione e da vari opinionisti politici, per il blocco delle preferenze e l’attribuzione di un premio di maggioranza ampio. Su questi ultimi due aspetti si basa la sentenza della Corte Costituzionale del 2013 che giudicherà incostituzionale il Porcellum. Sono note, in questi anni, le sue dichiarazioni contro la religione islamica.

Alle elezioni politiche del 2006 è eletto senatore per la Lega Nord nella circoscrizione Piemonte. Dal 4 maggio 2006 è nuovamente uno dei vicepresidenti del Senato della Repubblica. Durante il periodo del governo Prodi, presenta in Senato mozioni che vengono votate anche da alcuni membri della maggioranza. Gli episodi contribuiscono a rendere il clima più rovente e ad evidenziare la scarsa tenuta della coalizione di maggioranza in Senato. Nel 2008 viene eletto senatore con la coalizione di centrodestra, e assume l’incarico di Ministro per la semplificazione. A febbraio 2009 Calderoli annuncia di aver soppresso 29mila leggi considerate inutili, il cui mantenimento costava 2mila euro all'anno. 

Nell'aprile del 2012 viene nominato insieme a Roberto Maroni e Manuela Dal Lago membro del triunvirato che fino al successivo congresso della Lega Nord, tenutosi nel luglio successivo in cui è stato nominato segretario Maroni, è stato incaricato di sostituire la carica di segretario del partito lasciata dal leader Umberto Bossi a causa di un'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto la sua famiglia.

Alle elezioni politiche del 2013 è stato riconfermato senatore per la Lega Nord nella circoscrizione Lombardia. Il 21 marzo 2013 è rieletto per la terza volta alla carica di vicepresidente del Senato della Repubblica per la Lega Nord.  Riconfermato senatore per la Lega alle elezioni politiche del 2018, il 28 marzo 2018 è rieletto vicepresidente del Senato per la quarta volta. Alle elezioni politiche del 2022 è ricandidato dalla Lega al Senato in prima posizione nel Collegio plurinominale Lombardia - 03 venendo rieletto.