Roma, 9 giugno 2025 – Prevale il Sì al referendum 2025. Ma il vero risultato è il mancato raggiungimento del quorum. A spoglio ultimato, l’affluenza (qui i dati del Ministero dell’Interno in tempo reale) si attesta poco sopra il 30%. La soglia richiesta perché il voto sia considerato valido (il 50% +1 degli aventi diritto) non è stata raggiunta per nessuno dei 5 quesiti in ballo. Dunque, l’abrogazione delle norme su lavoro e cittadinanza, proposta su iniziativa popolare, non ci sarà. Ieri e oggi si è votato anche per i ballottaggi delle elezioni amministrative nei comuni con più di 15mila abitanti dove nessuno dei candidati al primo turno aveva raggiunto la maggioranza delle preferenze. Sotto i riflettori i capoluoghi di provincia: a Taranto ha vinto il candidato di centrosinistra Pietro Bitetti, a Matera Antonio Nicoletti del centrodestra.

Referendum flop, le reazioni politiche
Esulta la maggioranza davanti al mancato quorum: è una “sconfitta della sinistra, il governo ne esce rafforzato”, commenta a caldo il vicepremier Antonio Tajani. “Volevano far cadere Meloni, ma gli italiani hanno fatto cadere la sinistra”, si legge sui profili social di Fratelli d’Italia. Il segretario della Cgil Maurizio Landini, dalla sede del comitato promotore del referendum, ammette la sconfitta: “L’obiettivo non è stato raggiunto ma 14 milioni di voti sono punto di partenza. Se intendo lasciare? Non ci penso lontanamente”. Landini rivendica: “Il voto dell’8-9 non aveva in significato politico”. La pensa diversamente Pina Picierno: per l’eurodeputata del Pd il referendum è stato “un regalo enorme a Meloni”. Non per la segretaria del suo partito, per cui “era giusto spendersi in questa campagna”. Il bicchiere mezzo pieno, per Elly Schlein è che alle urne sono andati “più elettori di quelli che hanno votato Meloni alle Politiche”.
Quanti hanno votato SI’ e NO
La grande maggioranza di chi si è recato alle urne ieri e stamattina ha votato Sì. Percentuali bulgare per i 4 referendum sul lavoro (oltre l’87% si è espresso favorevolmente, più dell’89% nel caso del quesito sul Jobs Act) mentre il dimezzamento degli anni di residenza per ottenere la cittadinanza italiana è stato promosso da meno di 7 persone su 10.
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Con 60.128 sezioni scrutinate su 61.591, il Sì al quesito sulla sicurezza sul lavoro e responsabilità del committente, raggiunte l'87,36%.

Con 60.371 sezioni scrutinate su 61.591 il Sì al quesito sulla tutela dei contratti a termine ha raggiunto quota 89,06%.

Con 60.597 su 61.591 sezioni scrutinate, il sì al quesito sui limiti all'indennità nel caso di licenziamento prevale è stato scelto dall'87,62 % dei votanti.

Con 60.565 sezioni su 61.591 il Sì al quesito sul contratto di lavoro a tutele crescenti e licenziamenti illegittimi prevale con 89,03 % di preferenze.

Quando mancano ancora circa 7 mila sezioni per la lettura dei voti disaggregati il quesito sul reintegro dei licenziamenti illegittimi registra l'88,94% di Sì (10.714.092 di voti) contro l'11,06% di No (1.331.844 di voti). Il secondo quesito, sui licenziamenti e limite indennità, ha l'87,55% di sì (10.493.779 voti) e il 12,45% di no (1.492.385). La tutela dei contratti a termine - terzo quesito - registra l'88,98% di sì (10.584.663 voti) l'11,02% di no (1.312.340 di voti). La responsabilità infortuni sul lavoro ha l'87,26% di Sì (10.242.404 di voti) contro il 12.74% di no (1.495.347 di voti). Per la cittadinanza italiana i sì sono stati il 65,13% (7.644.154) contro il 34,97 di no (4.093.164).
E' ufficiale, per nessuno dei 5 quesiti è stato raggiunto il quorum. L'affluenza definitiva si attesta complessivamente al 30,58%, nettamente sotto la soglia del 50%+1 necessaria a considerare il referendum valido.
Con 60.121 sezioni scrutinate su 61.591 il Sì al dimezzamento da 10 a 5 degli anni di residenza necessari a richiedere la cittadinanza italiana ha raggiunto il 65,34 %.

"Grazie alle oltre 14 milioni di persone che hanno deciso di votare e tutti coloro che si sono mobilitati per far contare il voto dei cittadini. Per noi il vostro voto conta. Peccato per il mancato raggiungimento del quorum, sapevamo che sarebbe stato difficile arrivarci, ma i referendum toccavano questioni che riguardano la vita di milioni di persone ed era giusto spendersi nella campagna al fianco dei promotori, senza tatticismi e senza ambiguità. Sui temi del lavoro e della cittadinanza, che sono costitutivi per una forza progressista, continueremo a impegnarci in parlamento con le nostre proposte". Lo afferma a segretaria del Pd Elly Schlein a commento del voto. "La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche". Quelli della maggioranza, secondo la segretaria dem "hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022. Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere invece che deriderla".
Con il 61.363 di sezioni scrutinate su 61.591, l'affluenza alle urne del 30,58%. A questo punto il dato è quasi definitivo.
"Esiste in questo Paese una crisi democratica, proprio un anno fa le elezioni europee se avessero avuto il quorum non lo avrebbero raggiunto. Penso che ci sia grave responsabilità politica da parte di tutti. Quello che è avvenuto ha impedito la discussione sul merito dei contenuti. Negli ultimi giorni alcuni esponenti del governo, interrogati, non conoscevano i quesiti e contemporaneamente chiedevano di non andare a votare". Lo ha affermato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, durante la conferenza stampa presso il Centro congresso Frentani, sede del comitato promotore.
Il leader della Cgil, Maurizio Landini, non ha alcuna intenzione di lasciare l'incarico dopo la sconfitta ai referendum su lavoro e cittadinanza. "Non ci penso lontanamente, non è oggetto di discussione - ha detto in conferenza stampa - le decisioni sono state prese assieme in Cgil. C'è sempre stato un processo di decisioni e scelte collettive. Non abbiamo nessuna intenzione di cambiare la nostra strategia, non abbiamo cambiato idea".
II referendum su lavoro e cittadinanza "non erano un voto contro il Governo". Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa. "Ci sono 13-14 milioni di persone che pensano che i temi posti richiedano risposte - ha aggiunto - abbiamo visto, in tema di politicizzazione, chi ha scelto di non discutere e non fare il confronto. Noi chiedevamo di cambiare leggi balorde, non era un voto contro il Governo".
"Il nostro obiettivo era raggiungere il quorum per cambiare le leggi, questo obiettivo non l'abbiamo raggiunto". Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, durante la conferenza stampa presso il Centro congresso Frentani, sede del comitato promotore. "Oggi non è una giornata di vittoria. Contemporaneamente gli ultimi dati ci dicono che sono oltre 14 milioni le persone che hanno votato nel nostro paese cui si aggiungeranno gli italiani all'estero: un numero importante, un numero di partenza. I problemi che abbiamo posto con i referendum rimangono sul tavolo".
"Una sconfitta profonda, seria, evitabile. Purtroppo un regalo enorme a Giorgia Meloni e alle destre. Fuori dalla nostra bolla c'è un Paese che vuole futuro e non rese di conti sul passato. Ora maturità, serietà e ascolto, evitando acrobazie assolutorie sui numeri". Lo scrive su X l'eurodeputata Pd e vicepresidente dell'Eurocamera, Pina Picierno, commentando i risultati del referendum.
Quattro i comuni in Toscana dove è stato raggiunto il quorum in tutti i 5 quesiti referendari dell'8 e 9 giugno. Svetta Sesto Fiorentino (Firenze) dove è stato superato il 53%, al secondo posto nella classifica con maggior numero di votanti Radicondoli (Siena) con oltre il 52% mentre sul gradino più basso del podio, entrambi con un'affluenza superiore al 51%, si piazzano Pontassieve (Firenze) e Monterotondo Marittimo (Grosseto). E' in provincia di Arezzo, a Sestino, il comune dove si è registrata la minore affluenza: 21,5%.
Sono almeno quattro le località della provincia di Torino dove è stato superata la soglia del 50% ai referendum. Si tratta in tutti i casi di Comuni più o meno piccoli di montagna. In termini di affluenza il record è sicuramente da attribuire a Massello, 58 abitanti nella Valle Germanasca, dove si sono presentati alle urne il 62% degli aventi diritto. Altri centri, almeno secondo i primi dati disponibili, sono Pramollo, Rorà e Vidracco. Quorum superato anche in un piccolo comune della provincia di Perugia. E' Paciano dove all'unico seggo allestito si sono recati il 51,38 degli aventi diritto in base ai risultati riportati sul portale Eligendo. Il dato è stato uguale per tutti i quesiti referendari. Non avrà però effetti pratici sulla validità della consultazione per la quale farà fede il dato nazionale.
Si attesta sopra il 30% l'affluenza al referendum: il dato è ancora parziale ma lo spoglio è inoltrato (oltre 50mila sezione scrutinate su 61mila).
"Intanto grande rispetto per chi è andato a votare perché è sempre una forma di partecipazione al referendum. Detto questo, è stata una sconfitta della sinistra e dell'opposizione che voleva tentare l'assalto al governo utilizzando il grimaldello dei referendum. La cosa è andata male, il governo si è rafforzato, l'opposizione si è indebolita". Lo ha affermato il vicepremier e leader di FI Antonio Tajani, intervenendo al Tg1. "Forse bisogna cambiare la legge sui referendum - dice il vicepremier - servono probabilmente più firme, anche perché abbiamo speso tantissimi soldi per esempio per portare centinaia di migliaia, milioni di schede per gli italiani all'estero che sono tornate bianche".
"Chiederemo alle forze politiche, a cominciare da quelle che hanno sostenuto il referendum sulla cittadinanza, di sostenere una legge di riforma costituzionale per la riforma" dell'istituto referendario. Lo dice Riccardo Magi, segretario di Più Europa, in conferenza stampa. "Oltre alla questione del quorum che ci interessa particolarmente, una legge a livello parlamentare di riforma della cittadinanza", ha aggiunto Magi.
"Una parte di elettorato italiano è andato a votare per il referendum cittadinanza ed è un elettorato numericamente superiore a quello che ha votato la maggioranza che legittima il governo in carica". Lo ha detto Riccardo Magi, segretario di Più Europa, in conferenza stampa commentando i dati del referendum.
"Non spetta a me giudicare. Lo spoglio è ancora in corso, vedremo i risultati domani". Lo ha detto il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, in risposta ad una domanda sul referendum, al suo arrivo all'assemblea dell'Unione parmense degli industriali.
Quando sono giunti i dati di 47.213 sezioni su 61.591, l'affluenza sale al 29,92%. Se il trend dovesse consolidarsi il dato dei votanti potrebbe superare, seppur di poco, il 30%.
"Proveranno a prendersela con noi, con l'informazione, con il sole e con il mare. Proveranno a far credere che sia stato comunque un grande risultato. Ma la realtà è solo una: Schlein, Conte e Landini portano a casa solo un altro fallimento. La Lega continuerà a lavorare per far crescere l'occupazione, migliorare i salari, proteggere le nostre città da maranza e baby gang". Lo scrive sui social il vicepresidente del Senato e senatore della Lega Gian Marco Centinaio, commentando i dati parziali sull'affluenza al referendum.
"L'unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il Governo Meloni. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi". È quanto si legge sui profili social di Fratelli d'Italia, accanto a una fotografia dei leader di Pd, M5s, Avs e PiÙ Europa con la scritta a caratteri cubitali "Avete Perso", a proposito del mancato quorum al referendum.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, è riunito con la segreteria confederale al Centro congresso Frentani per esaminare i dati che stanno arrivando sui cinque referendum. Verso le 16 è prevista la conferenza stampa.
Con il 41% delle sezioni italiane scrutinate, il primo referendum ha registrato un affluenza del 29,04%. Per il quesito numero 2, il provvisorio è del 28,58% degli elettori.Per il referendum numero 3, sulla tutela nei contratti a termine, quando sono state scrutinate 20.597 sezioni su 61.591, sono andati al voto il 28,90% degli aventi diritto. Per il quarto, responsabilità infortuni sul lavoro, al 29,21 per cento; e per il quinto ed ultimo, cittadinanza italiana, il dato provvisorio è al 29,16.
Secondo i primi dati del Viminale relativi a quasi 21mila sezioni su oltre 68mila, è di 28,89% la percentuale di elettori che si è recata alle urne per votare i cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza. Il dato finale, seppure ancora parziale, è lontano dalla soglia del quorum fissato sopra il 50%.
"Le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita". Lo dichiara Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'Attuazione del programma di governo, intercettato dai giornalisti fuori da palazzo Chigi.
Con oltre 16mila schede scrutinate su 61mila l'affluenza si attesta sopra il 29% degli aventi diritto.
Iniziano ad arrivare i dati sull'affluenza al referendum. Con oltre 2mila schede scrutinate su 61mila siamo intorno al 28% degli aventi diritto.
Alle 15 si sono chiuse le urne per i referendum e i ballottaggi. E ora comincia lo spoglio delle schede. A breve si attendono i dati sull'affluenza di oggi.
Seggi aperti anche stamani, dalle 7 fino alle 15, nella seconda giornata di voto sui cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza. Urne aperte fino alla stessa ora anche nei 13 Comuni, sopra i 15mila abitanti, dove si vota per i ballottaggi e nei 7 Comuni al primo turno in Sardegna.