Niente ballottaggio se al primo turno un candidato ha più del 40% di voti: la proposta e cosa può cambiare

In questo modo – in caso di raggiungimento del “quoum – si cancellerebbe il secondo turno per l’elezione dei sindaci nei comuni più grandi (sopra i 15mila abitanti)

Elezioni

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Eliminare il ballottaggio alle comunali nel caso uno dei candidati superi il 40% al primo turno? L'emendamento è stato presentato in fase di discussione sulla conversione in legge del decreto elezioni: una proposta che, se approvata, cancellerebbe il secondo turno per l'elezione dei sindaci nei comuni sopra i 15mila abitanti in caso di raggiungimento di un quorum del 40 per cento da parte di uno dei candidati. Antonio Decaro, presidente dell'Anci, ha chiesto che sulla questione vengano interpellati i Comuni "nella logica delle leale collaborazione tra istituzioni”.

Il dibattito si apre quando mancano tre mesi alle prossime consultazioni. In Lombardia quasi due terzi delle amministrazioni comunali dovrà affrontare il rinnovo. Il grande appuntamento con le urne dell’8 e 9 giugno chiamerà i lombardi al voto non solo per le europee ma anche per cambiare o confermare la guida di 961 comuni, su 1.502. Una maxi tornata che può, almeno sulla carta, ridisegnare la cartina politica della regione. Le sfide principali saranno però quelle dei tre capoluoghi che devono votare i nuovi sindaci: Pavia, Cremona e Bergamo.

La prima, in particolare, guidata da Fabrizio Fracassi, è l’unica guidata dal centrodestra insieme a Sondrio. Cremona e Bergamo, come tutte le altre città che fanno da riferimento a una provincia, eccetto Como, sono guidate dal centrosinistra. In queste due, in particolare, si cercano i sostituti dei sindaci Gianluca Galimberti e Giorgio Gori, giunti a fine del secondo mandato. I ballottaggi, quando previsti, sono in programma il 22 e 23 giugno. 

Sulla proposta è intervenuto Fabrizio Fracassi, sindaco leghista di Pavia, si è detto favorevole: "La storia delle elezioni comunali ci insegna che al primo turno si reca a votare una percentuale di elettori, negli anni sempre più bassa, che poi cala vistosamente in caso di ballottaggio. Di conseguenza ritengo che se uno dei candidati riesce ad ottenere subito un risultato consistente, sarebbe più logico non ricorrere al ballottaggio”.

“Poniamo il caso, come è già successo, che un candidato al primo turno ottenga il 49 per cento e il suo più diretto rivale si fermi al 30: non è giusto che al ballottaggio i due ripartano da 'zero a zero’, affidando l'elezione del sindaco a un numero più ristretto di votanti - ha aggiunto Fracassi -. Sono anche d'accordo sul fatto che per un eventuale cambio delle regole vengano interpellati i sindaci, che hanno un rapporto più diretto con le persone”.