Giorgia tira il freno: "Non sono arrabbiata con Salvini e Berlusconi"

La leader di Fratelli d'Italia rivendica la scelta di dire no al governo Draghi

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Roma, 11 febbraio 2021 - Giorgia Meloni tiene il punto. E respinge al mittente le voci riguardanti divisioni in Fratelli d'Italia. Secondo indiscrezioni, infatti, ci sono elementi nel partito che ha raccolto il testimone di Alleanza Nazionale che avrebbero preferito un atteggiamento più morbido nei confronti del premier incaricato Mario Draghi e non la chiusura a un sostegno in parlamento espressa durante le consultazioni. L'ex ministro della Gioventù, però, è netta. "Non c'è alcuna ira da parte mia (verso gli alleati di Lega e Forza Italia, ndr) e non c'è alcuna spaccatura dentro Fratelli d'Italia. Anzi di rado si è visto un partito così compatto nella scelta - ha detto Meloni a Radio Anch'io, trasmissione su Radio Rai 1 - Io penso che qualcuno debba dire che l'Italia rimane una democrazia". Un chiaro riferimento alla necessità per la "partita politica" che resti qualcuno a rappresentare l'opposizione, nel coro di unanimità intonato dagli altri partiti in favore di Draghi. "Non ho alcuna paura di isolamento - ha proseguito la coordinatrice di Fratelli d'Italia - Se si tratta di essere isolata dal mainstream non è un problema, se invece si parla di isolamento dagli italiani non mi sembra proprio. Comunque non faccio calcoli elettorali".

Meloni rivendica anche la possibilità di offrire un contributo di idee, pur rimanendo all'opposizione. "Spero che Draghi si impegnerà - ha detto l'ex ministro nel quarto governo Berlusconi - gli abbiamo dimostrato la massima disponibilità se farà cose di rottura rispetto al passato". D'altro canto non intende neanche farsi illusioni su quello che potrebbe essere il destino di alcune proposte. "Alla fine decide il parlamento. Così il Pd, il Movimento 5 Stelle e altri purtroppo la spunteranno". Chiusura con un messaggio ai partiti di centrodestra, che Meloni vuole continuare a considerare alleati, nonostante i dubbi sul loro sostegno all'ex numero uno della Banca centrale europea: "Penso che se si andasse a votare noi avremmo la maggioranza. Invece si continua tenere il governo ostaggio di una maggioranza che sarà comunque nelle mani del Pd e del M5s che, a occhio, non vincerebbero le elezioni".