Consultazioni, Draghi incassa i sì di Fi, Pd e Iv. Solo Meloni dice no

Unico e chiaro no al suo mandato è arrivato da Fratelli d'Italia

Giorgia Melone, leader di Fratelli d'Italia

Giorgia Melone, leader di Fratelli d'Italia

Roma, 5 febbraio 2021 -  Tre sì, un no e un ni. La seconda giornata di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi si è chiusa raccogliendo l'appoggio di Forza Italia, Leu, Pd e Italia Viva. Unico e chiaro no al suo mandato arriva da Fratelli d'Italia. Il ni è di Leu ma non riguarda il premier quanto l'allenza "incompatibile con forze sovraniste". Il tutto in attesa degli incontri di domani con la Lega e con i Cinque Stelle guidati da Beppe Grillo e al secondo giro di consultazioni preceduto tra sabato e domenica dall'incontro con le forze sociali. Intanto Draghi continua a incassare i la fiducia dei mercati con lo spread a quota 93 come non accadeva dal 2015 e la Borsa che ha chiuso in positivo.

Forza Italia: presente

Nessuna sorpresa salvo la mancata presenza di Silvio Berlusconi con la delegazione di Forza Italia. Il Cavaliere è stato consigliato dai medici, Alberto Zangrillo in testa, che gli avrebbero consigliato di restare in Provenza, dopo aver prescritto un periodo di riposo assoluto di almeno 15 giorni. Nessun caso politico, anzi Berlusconi ha telefonato a Draghi anticipando il sostegno degli degli azzurri. Una conferma per voce del vicepresidente azzurro Antonio Tajani: "L'alto profilo del presidente Draghi che ha ricordato anche che fu Berlusconi a sceglierlo come governatore  della Banca d'Italia  è garanzia non solo di credibilità nel mondo ma anche intorno al quale il paese si debba unire. Forza Italia è pronta a dare un contributo di idee e programmi".

Zingaretti: il Pd c'è 

 "Abbiamo espresso a Draghi piena disponibilità a concorrere al tentativo per un governo del Paese".  Ha detto Nicola Zingaretti dopo le consultazioni con il presidente incaricato. "Abbiamo espressoperò anche  le nostre preoccupazioni e in parte le nostre proposte" a Draghi. Le preoccupazioni sono forti, circa la crisi economica, produttiva, della crescita delle intollerabili diseguaglianze per donne e giovani. Non dobbiamo cedere a tentazioni di disfattismo o egoismo. Occorre suscitare una risposta italiana, fiducia e speranza dell'Italia. A Draghi il Pd ha spiegato che "la crisi è stata improvvisa e ingiustificata". "Invieremo - ha aggiunto - un documento con le nostre proposte". "La sfida è grande, faremo di tutto  per aiutare il Paese a vincerla. Siamo convinti, come amava dire il presidente Ciampi, che l'Italia ce la farà".

Renzi: sì

"Iv accoglie l'appello del Presidente della Repubblica e sosterrà il governo indipendentemente dal nome dei ministri, da quanti tecnici e politici. Siamo al fianco e a disposizione di Draghi. Auspichiamo che tutte le forze  assumano lo stesso atteggiamento a sostegno" del governo Draghi, perché "l'appello del Presidente della Repubblica era rivolto a tutti. Chi oggi pone veti nei confronti di altri non solo commette un errore politico, ma sta rifiutando l'appello del Presidente della Repubblica, che ha escluso che il governo abbia una connotazione politica ma invitato tutte le forze a dare sostegno". Così Matteo Renzi dopo l'incontro con Mario Draghi definito "una forza assicurativa per i nostri figli e nipoti"

Leu: sì ma non con i sovranisti

Per Loredana De Petris  I punti di programma, indicati al presidente incaricato Mario Draghi, "sono degli spartiacque e questo ha immediate conseguenze sul perimetro politico. "E uno spartiacque è anche l'alleanza Pd-M5S- Leu che è un'alleanza strategica e deve essere una base forte, è un'alleanza che si è consolidata nei programmi in questa esperienza di governo e non può essere dispersa". Ma ha aggiunto: assolutamente impossibile condividere con le forze sovraniste e di destra. Su questo siamo stati molto chiari e credo che al nostra chiarezza è stata apprezzata". E se domani la Lega dirà sì, cosa farà Leu?

Meloni: il nostro sarà un no

Fratelli d'Italia con Giorgia Meloni si è chiamata fuori come negli altri due governi della legislatura, guidati da Giuseppe Conte. E se Forza Italia appoggerà l'esecutivo Draghi, rimarrà l'unica forza politica rimasta sempre e solo all'opposizione. "Abbiamo confermato a Draghi che non gli voteremo la fiducia per una ragione di merito e di metodo, ma non per un pregiudizio nei suoi confronti. Ma l'Italia non è una democrazia di serie B...''. E ancora:   "Abbiamo chiesto al presidente incaricato se escludesse la possibilità di un mandato 'a tempo' che consentisse di  mettere in sicurezza l'Italia sulle questioni più urgenti e consentire agli italiani di tornare al voto prima che scatti  il semestre bianco e mi pare che invece la scelta sia quella  di un orizzonte più lungo, direi di legislatura".  Meloni ha aggiunto che "se ci fosse un Governo per mettere in sicurezza il Recovery e il piano vaccinale e portare gli  italiani al voto prima del semestre bianco, cioe' con tempo fino a settembre, io lo valuterei, quello che non posso votare è un governo di legislatura".

Aspettando domani

Intanto qualcosa si muove nel campo di Lega e Cinque Stelle che doman incontreranno il presidente incaricato chiudendo il primo giro di consultazioni. Domattina alle 10 i vertici dei Cinque Stelle faranno il punto prima di andare da Draghi. Sembra aprirsi la possibilità di un appoggio qualora il futuro governo si caratterizzasse di una natura politica e non tecnica e se al centro del programma ci fossero i temi cari ai pentastellati e sviluppati negli anni dei governi Conte. Casaleggio inoltre non ha escluso che si rincorra a una consultazione sulla piattaforma Rousseau per chiedere agli iscritti un sì o un no alla partecipazionee all'appoggio a Draghi. Qualcosa si muove anche sul fronte Lega.  Per Matteo Salvini: non sono per le mezze misure: se sei dentro, sei dentro e dai una mano, ti prendi onori e oneri. Se stai fuori, stai fuori. I governi tecnici alla Monti li abbiamo già provati. A me piacerebbe che nel governo ci fossero tutti, che in un momento come questo, in cui Mattarella ha chiesto di fare un passo avanti, si metta l'interesse del Paese davanti a quello dei partiti". Un sì della Lega che non piace a Leu ma neppure a parte del M5S.