Mariastella Gelmini

Bresciana, fedelissima di Berlusconi, torna al governo dopo 10 anni, alla guida del ministero senza portafoglio degli Affari regionali e autonomie

Mariastella Gelmini

Mariastella Gelmini

Fedelissima di Berlusconi fin dalla discesa in campo del cavaliere, a Mariastella Gelmini va il ministero senza portafoglio degli Affari regionali e autonomie, che durante l'emergenza Covid ha giocato un ruolo fondamentale nel raccordo tra Stato e Regioni. Anche per lei, come per l'altra berlusconiana doc Mara Carfagna, si tratta di un ritorno al governo 10 anni dopo l'ultima esperienza, quella da ministro dell'Istruzione.

Quarantotto anni, nata a Leno, in provincia di Brescia,  la capogruppo di Forza Italia alla Camera si è laureata in giurisprudenza specializzandosi in diritto amministrativo. Poi inizia a bruciare le tappe della politica: presidente del club azzurro di Desenzano dal '94; nel 1998 prima degli eletti alle amministrative ricoprendo, fino al 2002, la carica di presidente del consiglio del comune di Desenzano. Dal 2002 assessore al territorio della provincia di Brescia; nell'aprile 2005 entra nel consiglio regionale della Lombardia; il mese dopo Berlusconi decide di nominarla coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia, carica che ha ricoperto fino a maggio 2008, quando è diventata ministro a soli 35 anni, la più giovane responsabile dell'Istruzione che ci sia stato in Italia.

E' lei a firmare, tra il 2008 e il 2010, la riforma della scuola che introduce tra l'altro il maestro unico alle elementari e due nuovi licei, scienze umane e musicale e coreutico. Su Twitter, però, antepone la vita familiare alla carriera politica definendosi: "Avvocato e mamma di Emma. Capogruppo Fi alla Camera, consigliere comunale a Milano". 

Il suo ultimo tweet è di ieri: "È la giornata delle donne nella scienza, istituita dall'Onu per superare stereotipi e pregiudizi che rendono le carriere femminili un percorso ad ostacoli. Non sprechiamo l'occasione del Recovery Plan per potenziare materie Stem e risolvere disparità di genere".