Mandato esplorativo, Fico incomincia dai suoi Cinque Stelle

Il presidente della Camera dovrà verificare la volontà della vecchia maggioranza di formare un nuovo esecutivo. Non si esclude un Conte ter

Roberto Fico

Roberto Fico

Roma, 30 gennaio 2021 - Comincerà già oggi nel pomeriggio con l'incontro alle 16 col Movimento Cinque Stelle per concludersi domani  il giro di consultazioni di Roberto Fico, esploratore per conto del presidente Sergio Mattarella alla ricerca di una maggioranza di governo solida 

Il delicato lavoro di Roberto Fico. Il presidente della Camera ha ricevuto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella un mandato esplorativo per verificare se ci siano numeri e convergenze per formare un nuovo governo che abbia come alleate le stesse forze che attualmente compongono la maggioranza. Sarà dunque Fico il nuovo Presidente del Consiglio. Può essere una delle possibilità. Infatti il presidente della Camera potrebbe anche verificare la convergenza delle forze politiche su un altro nome. Fra le ipotesi, anche se appare difficile, anche quella di un Conte Ter.

Il Capo dello Stato si affida all'esploratore Roberto Fico. Il presidente della Camera dovrà verificare la possibilità di rimettere insieme i pezzi del puzzle della crisi, vale a dire la «piena realizzabilità» di tornare ad una maggioranza Pd, LeU, M5s e Iv. E dare vita così ad un Conte ter. Il terzo giorno delle consultazioni al Colle vede i 5 Stelle aprire ufficialmente a Matteo Renzi, anche se una parte del Movimento non ci sta e arriva a evocare la scissione.Il centrodestra si mostra unito e chiede le urne ma lascia intendere in subordine la possibilità di un piano B.

La terza carica dello Stato dovrà riferire entro martedì, spiega il Quirinale. Fico ringrazia il presidente della Repubblica «per la fiducia», ricordando come si tratti di unmomento da affrontare «con la massima responsabilità». La strada di un mandato esplorativo era quella richiesta da Renzi, che infatti a sera twitta definendola «una scelta saggia» mentre Di Maio si dice certo che si tratti di una via capace di favorire «il dialogo». Il Pd ribadisce il sostegno a un nuovo governo Conte, ancorato a una «solida base politica e numerica, fondata sulla convergenza delle forze europeiste in Parlamento».

Sanitaria, sociale ed economica: sono tre le emergenze che attanagliano l'Italia e per Sergio Mattarella solo un governo nel pieno dei poteri e con «un adeguato sostegno parlamentare» può vincere una sfida così impegnativa. Occorrono «provvedimenti immediati» e si impone la necessità di utilizzare gli oltre 200 miliardi del Recovery Fund con «rapidità e efficacia», dichiara il Capo dello Stato.

Per trentadue ore, come sottolinea lo stesso presidente della Repubblica, ha annotato le posizioni e le richieste dei partiti e ciò che emerge è «la prospettiva di una maggioranza politica composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente. Questa possibilità - spiega - va doverosamente verificata». Chiude la sua dichiarazione senza esplicitare quale sia lo strumento che intenda adottare per fare questo tentativo ma il Quirinale poco dopo annuncia la convocazione della terza carica dello Stato. Indizio della scelta di consegnare a Roberto Fico il compito di sondare il terreno.

La giornata si apre all'insegna dell'attesa. L'appuntamento al Colle è prima per il centrodestra, poi per la delegazione del Movimento su cui sono puntati i riflettori. Sarà fondamentale capire se il veto su Matteo Renzi può cadere. I malumori all'interno del mondo pentastellato sono agli atti: c'è una fronda che non vuole retrocedere dal 'mai più' con il leader di Italia Viva. Ma la linea ufficiale è un'altra: ancora prima del colloquio con Mattarella, dopo una girandola di riunioni, viene dato il via libera alla richiesta di sedersi di nuovo a un tavolo con gli stessi alleati del Conte II, anche se i 5S ci tengono a sottolineare come proprio il nome del presidente del Consiglio sia un «punto fermo». Posizione successivamente ribadita davanti alle telecamere. Ma a rovinare la festa arriva Di Battista che evoca nuovamente la scissione e Barbara Lezzi che chiede di passare per un voto degli iscritti. Italia Viva questa volta soprassiede però sulle divisioni interne ai 5s e prende per buone le parole di Vito Crimi al Colle: per il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, ci sono le condizioni per «confrontarsi con molta schiettezza». Certo, è il leit motiv, occorre ripartire dai «temi». La linea aperturista del Movimento viene mostrata anche dall'invito dello stesso Luigi Di Maio a mettere da parte le polemiche nate attorno alla partecipazione a Riad di Renzi ad un panel con il principe saudita bin Salman, accusato di governare un Paese che non rispetta i diritti umani, e al blocco del governo all'export di missili e bombe d'aereo proprio verso Arabia eEmirati.

Si chiude dunque il primo round della crisi. Ma c'è chi come il centrodestra crede che la vecchia maggioranza, magari con nuovi rapporti di forza all'interno della squadra di governo, tornerà insieme. Una ragione in più per Lega, FdI e FI di mostrarsi compatti nonostante i distinguo che li attraversano. Ufficialmente l'opzione numero uno è quella delle urne: lo ribadisce Matteo Salvini al termine del colloquio con il Capo dello Stato dove - viene raccontato - il centrodestra avrebbe anche proposto il presidente Casellati, seconda carica dello Stato, come scelta migliore a cui affidare il compito di esploratore.  E, sempre Salvini, si schiera contro la scelta di indicare invece Fico: «Altri giorni persi», twitta invocando di nuovo le urne.