Governo Draghi, tutti d'accordo (o quasi)

Dopo il giorno dei "big" a Montecitorio oggi incontro con le parti sociali. Ore decisive per l'ex timoniere della Bce

Mario Draghi

Mario Draghi

Roma, 10 febbraio 2021 - Dopo il giorno dei "big" a Montecitorio si avvicina il momento della verità per il premier incaricato Mario Draghi. Ieri in scena il secondo round di consultazioni: tutti i leader delle principali forze politiche si sono seduti davanti a Mario Draghi. E al termine del secondo giro di consultazioni, è stato un coro di sì all'ex numero uno della Bce. Fatta eccezione per Giorgia Meloni, che ha confernato il posizionamento di FdI all'opposizione, e date per scontate le sfumature da parte del Movimento 5 stelle, tutti i leader, da Silvio Berlusconi a Matteo Salvini, passando per Nicola Zingaretti e Matteo Renzi, sono usciti dai colloqui sottolineando i punti condivisi più che le divergenze.

Per Berlusconi "la gravità dell'ora impone a tutti di mettere da parte tattiche e calcoli e interessi elettorali per mettere al primo posto la salvezza del paese". E cosi', parole e frasi come "Piena fiducia", "Totale sostegno", "Conferma della fiducia", "Assolutamente convinti nel sostegno", "Ci ha dato rassicurazioni, prosegue l'interlocuzione", sono risuonate nella Sala della Regina della Camera. A convicere è stato soprattutto il programma di governo. Dal sostegno al lavoro alla ripresa economica, dall'ambiente agli investimenti del recovery, il premier incaricato ha convinto i partiti. Ma a farla da padrone è stato soprattutto il capitolo fisco.

E persino la Lega di Salvini, da sempre sostenitrice della flat tax, ha applaudito l'impostazione dell'ex timoniere della Bce, che punta, riferiscono gli interlocutori, su un fisco progressivo ed equo, nessun aumento della pressione fiscale ma una incisiva lotta all'evasione. E poi ancora il tema dei vaccini, da accelerare e estendere il prima possibile ai docenti. E anche l'ambiente, tra i pilastri del programma di governo. Resta ancora irrisolto il nodo della squadra. E poi c'è il nodo voto di M5S su 'Rousseau' che slitterà - secondo quanto ha annunciato Grillo - per dare modo agli scritti di avere maggiori garanzie. "Aspettiamo quello che dice Draghi in pubblico", la richiesta del fondatore M5s agli attivisti. "Mi aspettavo il banchiere di Dio, invece è un grillino" ha detto Grillo. Fitto il programma di oggi: Draghi vedrà le parti sociali. Per sciogliere la riserva bisognerà attendere con ogni probabilità venerdì.