La promessa di Salvini: "Farò di tutto per portare entro l'anno il nucleare in Italia"

Il vicepresidente del Consiglio è intervenuto a un convegno a Pavia. Anche il ministro dell'Ambiente, Gilberto Picheto Fratin ha detto che l'Italia è rimasta indietro rispetto all'Europa

Matteo Salvini a Pavia

Matteo Salvini a Pavia

Pavia, 15 aprile 2024 – “Come vice presidente del Consiglio farò di tutto perché il governo entro quest’anno riporti l’Italia tra i Paesi civili e sviluppati”. Intervenendo a Pavia al convegno tecnico scientifico della iWeek su ‘Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico’, Matteo Salvini ha usato queste parole.

“Mi sento ripetere che è tardi – ha aggiunto il ministro delle infrastrutture -, ma se vogliano che si possa accendere l’interruttore nel 2032, bisogna partire subito. Abbiamo fior d’ingegneri che lavorano all’estero e fanno progredire altri Paesi, perché non possono farlo in Italia?” Nel 1987 il nostro Paese attraverso un referendum aveva detto “’no’ al nucleare, oggi stando a una ricerca di SWG, il 51% degli italiani voterebbero sì a un referendum sul nucleare. Sei cittadini su dieci a favore dell’implementazione delle nuove tecnologie nucleari in Italia e il 65% considera un rimpianto l’aver rinunciato al nucleare. “Se fosse necessario un nuovo referendum – ha aggiunto Salvini -, sarei il primo a promuovere una raccolta firme e, visto che Milano è la capitale dell’innovazione, del futuro e del design, perché non possiamo fare una centrale a casa nostra?” Prima di Salvini, il ministro dell’ambiente Gilberto Picheto Fratin, intervenendo da remoto aveva detto che “oggi in Europa il 20% dell’energia è prodotto dal nucleare con oltre 100 reattori attivi e alcuni in costruzione. In alcuni Paesi la produzione del nucleare supera il 50% del fabbisogno nazionale. Le politiche dell’Unione Europea in questi anni sono state tutte improntate a una sostituzione ideologica dell’energia da idrocarburi con un’energia elettrica che è andata a vantaggio della Francia che grazie al nucleare ha una produzione elevatissima e costante”.

L’assessore allo sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, invece ha posto l’accento su un punto: “la competitività dell’Europa è legata alla presenza di produttori in Europa. Affinché la Lombardia, prima regione manifatturiera, continui ad essere competitiva ha bisogno che i costi energetici non sforino rispetto ai competitor anche all’interno del mercato europeo”