MANUELA MARZIANI
Cultura e Spettacoli

La Pavia dei Longobardi è nascosta sotto il suolo: un radar l’ha scoperta

Mura e palazzo reale: il Fai ritrova tracce importanti

La cripta Sant'Eusebio, esempio di longobardo a Pavia

La cripta Sant'Eusebio, esempio di longobardo a Pavia

Pavia, 21 giugno 2017 - Una cittadella con tanto di palazzo reale, centro in cui venivano amministrati la giustizia e tutti i servizi di cui ha bisogno una comunità. La vita di Pavia all’epoca dei Longobardi era concentrata tra via Porta, via Corridoni e via Ressi. Lo ha scoperto un’indagine geologica condotta a Pavia nel sottosuolo dell’area conosciuta come “Il Giardino del Re” che si trova in via Porta. Voluta e finanziata nel 2015 dalla delegazione Fai di Pavia che allora era in carica, la ricerca ha scandagliato per mezzo del georadar il sottosuolo della zona che oggi appartiene alla Fondazione Nascimbene e corrisponde all’ortaglia dell’antico monastero di Santa Mostiola, ma secondo la storiografia locale era la sede del palazzo regio fondato da Teodorico e utilizzato per secoli da diverse dinastie regali, prima ostrogote, poi longobarde, franche e infine dei re italici.

L’indagine, effettuata in accordo con la fondazione Nascimbene, è stata affidata a un gruppo di geologi, che l’ha compiuta secondo una metodologia non distruttiva basata sull’impiego di metodi di prospezione elettromagnetica. Utilizzando dei georadar, strumenti molto sensibili, è stato di fatto possibile effettuare una radiografia del sottosuolo. Si è scoperto così che esistono ancora delle mura - attualmente coperte - che potrebbero appartenere al complesso edilizio utilizzato per cinque secoli come sede regale. E ora, con i sistemi multimediali, saranno ricostruiti l’edificio che ospitava Teodorico e i palazzi che lo circondavano. Durante la mostra “Longobardi. Un popolo che cambia la storia”, in programma proprio a Pavia dal 1 settembre, quindi, utilizzando le tecnologie più moderne si potrà fare un tuffo in quel passato di cui non c’è più traccia. Il capoluogo pavese, a eccezione delle cripte come quella di Sant’Eusebio, ha poche testimonianze del suo passato di capitale del regno.

Per farlo conoscere, i curatori della mostra stanno predisponendo un sistema informatico (con touch screen) che consentirà di percorrere virtualmente la Pavia longobarda. Vi sarà inserito anche il sito della Mostiola. Intanto il Fondo Ambiente Italiano ha concesso il patrocinio nazionale alla mostra organizzata dal Comune di Pavia, che sarà allestita al Castello prima di spostarsi al Mann di Napoli (dal 15 dicembre) e (ad aprile 2018) al museo Ermitage di San Pietroburgo. "La mostra rappresenta un evento eccezionale per Pavia e per il panorama culturale italiano e la sinergia con il Fai nazionale e locale è un valore aggiunto di innegabile rilevanza", ha commentato Cecilia Morelli di Popolo, capodelegazione del Fai Pavia. Molti saranno gli eventi collaterali che verranno organizzati, ma per gli iscritti Fai il costo del biglietto di ingresso sarà di 8 euro invece di 12 e un gruppo di soci di Varese si è già prenotato per una visita alla mostra, alla città e all’Oltrepo il 30 settembre e il 1° ottobre.