PIERANGELA RAVIZZA
Cronaca

Zucchero nel vino in Oltrepò: "Via i truffatori"

Broni, il mondo vitivinicolo locale difende i tanti che rispettano le regole

Il presidente di Terre d’Oltrepo Andrea Giorgi

Broni (Pavia), 4 maggio 2018 - Zucchero “amaro” per l’Oltrepò. In questi giorni, infatti, è venuto a galla un altro caso di frode in commercio ovvero vino Igt (indicazione geografica tipica) Pinot grigio contenente zucchero. Una pratica proibita, anche se non nuoce alla salute ed è ammessa in alcuni paesi europei, usata per quelle annate avverse in cui serve aumentare la gradazione alcolica. Non a caso la frode accertata dai carabinieri del Nas (nucleo antisofisticazione) di Cremona riguarda una consistente partita di vino (280 ettolitri sequestrati per un valore di 160mila euro) del 2016. Nell’ultima vendemmia, infatti, non sarebbe servito proprio, visto la già alta gradazione zuccherina delle uve.

E mentre c’è chi ricorda come, già una quarantina di anni fa, l’uso, non consentito, dello zucchero provocò, da queste parti, un mezzo terremoto giudiziario, su quest’ultima vicenda non mancano alcuni punti ancora poco chiari. Innanzitutto la notizia è trapelata a pochi giorni dall’assemblea (8 maggio) per il rinnovo dei vertici del Consorzio Vini Doc quando il comunicato è stato pubblicato sul portale sanità.gov.it nella sezione NasNotizie, il 12 aprile scorso. Poi solo illazioni riguardo l’azienda incriminata che si troverebbe in Valle Versa quasi al confine con l’Emilia. Infine, secondo alcuni, i controlli dell’antisofisticazione si sarebbero intensificati negli ultimi mesi dopo che una grossa azienda veneta di imbottigliamento avrebbe contestato una fornitura di vino proveniente dall’Oltrepo sostenendo che il prodotto non era conforme alla richiesta. Tuttavia, potrebbe semplicemente trattarsi di una controversia commerciale. Inevitabili, invece, lo sconcerto e le parole di condanna da parte del mondo vitivinicolo locale. «Spiace che si parli ancora in termini negativi di questo territorio dove stiamo facendo enormi sforzi e stiamo riacquistando credibilità sui mercati – dice il presidente di Terre d’Oltrepò, Andrea Giorgi – se fossimo stati noi l’avrebbero detto, così, invece, non si cita l’autore della frode e si danneggia tutta la zona. La scorsa settimana era uscita una notizia analoga in Irpinia, ma non desta lo stesso clamore».

Analoghe considerazioni da parte del direttore del Consorzio Tutela Oltrepò Pavese, Emanuele Bottiroli: «Sarebbe opportuno che in questi comunicati si facesse il nome del denunciato altrimenti diventa colpa di un intero territorio e questo fa ancora più male. L’Oltrepo è la casa di duemila aziende ed è ora di finirla con chi spazza via coloro che mettono le regole o chi le rispetta». Armando Colombi, responsabile rapporti istituzionali del Distretto del Vino di qualità, a sua volta, sottolinea: «Non ci giova certo la risonanza mediatica negativa e non è giusto che si ripercuota su tutti quelli che, invece, lavorano onestamente e, come molte nostre aziende hanno conquistato mercati mondiali. Quindi, ben vengano i controlli se servono ad estirpare le poche mele marce».