STEFANO ZANETTE
Cronaca

Inverno e Monteleone, un centro per dare voce alle vittime

Si chiama 'Dai voce al tuo silenzio!' il Centro antiviolenza che ha sede a Cascina San Giuseppe

Il nuovo centro di aiuto psicologico (Torres)

Inverno e Monteleone, 7 agosto 2016 - Si chiama ‘Dai voce al tuo silenzio!’, ma un po’ paradossalmente sta faticando a ottenere un riconoscimento formale, che consentirebbe di poter accedere a finanziamenti pubblici. Il Centro antiviolenza che ha sede a Cascina San Giuseppe, nel Comune di Inverno e Monteleone, come associazione socio-sanitaria e assistenziale è iscritta all’Anagrafe unica delle onlus dal 2009 e dal 2010 nel Registro delle associazioni e dei movimenti per le pari opportunità di Regione Lombardia, oltre che al Movimento nazionale antiviolenza e stalking 1522. Sta invece ancora aspettando di essere inserito nella Rete interistituzionale antiviolenza di Pavia (della quale il Comune di Pavia è ente capofila). E non a caso in occasione del recente finanziamento regionale di 177mila euro ricevuto dal Comune di Pavia per sistemare un’ala dello stabile in corso Garibaldi come sede del Centro antiviolenza dell’associazione Liberamente, l’assessore comunale alle Pari opportunità, Laura Canale, lo ha definito «l’unico Centro antiviolenza attivo a oggi in tutta la provincia».  «Ci siamo anche noi», replicano la presidente Carla Anna Durazzi ed Elisa Camussa, responsabile delle relazioni con enti pubblici e privati del Centro di aiuto psicologico e Centro antiviolenza Dai voce al tuo silenzio!. «Se si chiama il numero nazionale 1522 della Rete nazionale contro la violenza e lo stalking – spiega Elisa Camussa –, i Centri antiviolenza presenti in provincia di Pavia risultano due. E infatti anche a noi si rivolgono donne che hanno subito violenze, spesso accompagnate dai carabinieri o dalle istituzioni alle quali hanno chiesto aiuto». Dal 2008 al luglio 2016 sono in totale 599 le richieste di aiuto spontanee arrivate allo sportello di Inverno e Monteleone, inviate dai Comuni, dai carabinieri o dal 1522: sono state 176 tra il 2008 e il 2010, 147 tra il 2011 e il 2012, 68 nel 2013, 94 nel 2014, 66 nel 2015 e 48 nei primi sette mesi di quest’anno. L’attività, insomma, non manca. Sono i finanziamenti pubblici che invece non arrivano: «Con le risorse attualmente a disposizione – spiega la presidente –, il Centro antiviolenza è in grado di garantire i servizi ventiquattr’ore, ascolto, accoglienza, assistenza psicologica, assistenza legale, supporto ai minori vittime di violenza assistita, orientamento al lavoro e ricerca di soluzioni abitative presso famiglia d’origine o l’ospitalità presso amici fidati. L’ingresso a pieno titolo nella Rete interistituzionale territoriale antiviolenza di Pavia, consentirebbe al Centro antiviolenza di potenziare specifici aspetti dei servizi già garantiti e offrire servizi che attualmente non sono nelle nostre possibilità, innanzitutto una casa rifugio, ma anche contatti diretti e favoriti con le altre istituzioni che fanno parte della Rete». La prima richiesta di entrare a far parte di questa Rete territoriale è datata giugno 2014, ripetuta nel settembre 2015 e ancora quest’anno a gennaio. Il Tavolo tecnico della Rete, nella riunione dello scorso 27 giugno, ha richiesto all’associazione un’integrazione della documentazione presentata. «Abbiamo subito fornito – riferisce Elisa Camussa – una dichiarazione in cui riteniamo di aver soddisfatto, punto per punto, la richiesta di integrazioni. Confidiamo che questa sia la volta buona e che finalmente il Tavolo tecnico, nella prossima riunione, possa approvare la nostra richiesta di entrare ufficialmente a far parte della Rete territoriale».