
Gli agenti sul luogo della tragedia, nel riquadro la vittima, Erika Cavalli, 37 anni
Vigevano (Pavia), 3 maggio 2019 - A tredici anni ha sentito (o visto?) morire mamma e papà. Quei pochi metri che separano il cancello della villa alla porta di casa, improvvisamente, per lei sono diventati un incubo. Prima la follia omicida di un uomo che si è scagliato contro la moglie colpendola ripetutamente con un coltello e uccidendola. Poi quella pistola che l’uomo deteneva in nome della legge (era un finanziere) trasformata nell’arma che ha utilizzato per tentare di cancellare sangue con altro sangue. Un colpo secco, sotto il mento, per togliersi la vita. Omicidio-suicidio. La tragedia si è consumata così, pochi minuti prima delle 23 del primo maggio in via Ivrea, prima periferia di Vigevano. Luca Adamo, 55 anni, appuntato scelto della Guardia di Finanza in servizio alla Tenenza di Corsico (Milano) ha ucciso Erika Cavalli, 37 anni, la donna dalla quale aveva avuto una figlia che, oggi tredicenne, era in casa.
La coppia era in crisi; anzi Erika, agente immobiliare, aveva trovato una nuova sistemazione alla frazione Molino del Conte di Cassolnovo, il centro alle porte di Vigevano dove era nata e dove avrebbe dovuto trasferirsi a breve. La figlia viveva con il padre, ma la giornata di festa l’aveva trascorsa con la madre che, in serata, l’aveva riaccompagnata a casa. E proprio in quegli attimi è accaduto qualcosa. Gli agenti del commissariato di Vigevano stanno lavorando per capire cosa abbia scatenato la furia omicida dell’appuntato delle Fiamme gialle. Adamo ha impugnato un grosso coltello da cucina e ha colpito la ex. Un’aggressione avvenuta, pare, nei pochi passi che dalla porta di casa conducono al cancello della villa di famiglia, in fase di ristrutturazione. Le coltellate hanno raggiunto Erika in diversi punti, al torace. ma anche alla schiena. Almeno una decina, forse di più. Il numero esatto lo rivelerà l’autopsia. La donna ha anche tentato di fuggire, ma quel tentativo disperato è stato inutile. In via Ivrea, alle 22.45 sono arrivati i poliziotti, avvisati da alcuni conoscenti ai quali la ragazzina si era rivolta in cerca di aiuto. Erika era già morta, come Adamo. Dopo l’omicidio, infatti, il finanziere è entrato nel garage, si è seduto su una sedia, ha impugnato la sua arma d’ordinanza e ha fatto fuoco. Si cerca il movente, anche se l’ipotesi più accreditata è quella di una morbosa gelosia: la donna aveva deciso di chiudere quella relazione.
Chi conosce il suo ex compagno lo descrive come un uomo molto geloso, tanto che in una circostanza l’aveva accompagnata a un colloquio di lavoro per un’agenzia immobiliare. «Voleva sapere come avrebbe dovuto vestirsi e con chi avrebbe lavorato», ricordano i colleghi. Forse tra i due c’erano già stati litigi. Non risultano denunce della donna anche se, qualche mese fa, lei si sarebbe rivolta alle forze dell’ordine per avere qualche consiglio. E mentre le indagini proseguono, c’è una ragazzina che in pochi minuti ha perso i suoi genitori: nei prossimi giorni si tenterà di capire cosa abbia visto di quei momenti nei quali la sua famiglia è andata in pezzi. Nel frattempo è ospite di alcuni amici di famiglia, alla quale il Tribunale per i Minorenni di Milano potrebbe decidere di affidarla in considerazione dell’avanzata età e del precario stato di salute dei nonni.