UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Usura ed estorsione. Soldi prestati, poi minacce. In due dietro le sbarre

Un 55enne chiedeva la restituzione del denaro con interessi del 150%. Con lui in carcere un complice che si occupava del “recupero crediti“.

Usura ed estorsione. Soldi prestati, poi minacce. In due dietro le sbarre

Usura ed estorsione. Soldi prestati, poi minacce. In due dietro le sbarre

Prestava denaro ad imprenditori e persone che avevano difficoltà ad ottenerli attraverso i canali ufficiali. Ma il suo atteggiamento amichevole mutava in fretta sino ad arrivare alle minacce di morte per riavere il denaro con l’aggiunta di interessi sino al 150%. I carabinieri della Compagnia di Vigevano hanno arrestato per il reato di usura un cittadino albanese di 55 anni, residente in città. Con lui, nel carcere pavese di Torre del Gallo, è finito un suo connazionale di 41 anni che con un terzo soggetto, di nazionalità rumena, si occupava in concreto del “recupero crediti“. Sino a questo momento gli investigatori hanno identificato tre vittime, ma è più che probabile siano state molte di più ma che, come spesso accade in queste circostanze, abbiano scelto di non denunciare l’accaduto.

Le modalità operative dei tre erano molto semplici: l’albanese si mostrava amichevole e comprensivo con le sue vittime e, anzi, si offriva di aiutarle prestando loro del denaro. Di lì a poco però si tramutava nel loro aguzzino, pretendendone la restituzione secondo rate decise unilateralmente, che se non venivano onorate scatenavano le minacce. Qui entravano in scena gli altri due soggetti che erano coloro che si occupavano di pressare i debitori, spesso presentandosi sui loro luoghi di lavoro, per pretendere il pagamento, non di rado brandendo un manganello. In un caso una vittima, non potendo onorare il pagamento e dopo aver ricevuto minacce nei confronti dei familiari, era stata costretta a cedere ad uno degli estorsori, per poche migliaia di euro, il proprio fuoristrada; in un’altra circostanza un uomo di 61 anni, che era stato contattato dal rumeno, era stato costretto ad affittare ad uno straniero una abitazione di sua proprietà consegnando poi ai suoi aguzzini sia la caparra che la quota di affitto a titolo di parziale risarcimento del debito. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno sequestrato 14 mila euro in contanti, un manganello ed un tirapugni che il terzetto utilizzava per rendere più "convincenti" le proprie richieste. I due albanesi sono stati accompagnati in carcere a Pavia mentre il rumeno è stato denunciato a piede libero. Le indagini non sono concluse: i carabinieri lavorano per accertare l’esistenza di altre vittime che spesso decidono di affrontare da sole la situazione anziché rivolgersi alle forze dell’ordine che ricordano che, in queste circostanze, la denuncia può arrivare non solo dalla vittima stessa ma anche da un familiare, un amico o un collega di lavoro che si renda conto dell’esistenza della situazione di pericolo.