Università, presidio pro-Palestina. Studenti-rettore, resta la distanza

I giovani chiedono la convocazione straordinaria del Senato accademico

Università, presidio pro-Palestina. Studenti-rettore, resta la distanza

Università, presidio pro-Palestina. Studenti-rettore, resta la distanza

Una mail inviata dal rettore Francesco Svelto ai “Giovani per la Palestina“ che dal 17 maggio hanno occupato il cortile Volta non è bastata a far rimuovere l’accampamento. Ieri pomeriggio gli studenti sono tornati a stazionare in presidio sotto le finestre del rettorato. "Vogliamo continuare a ribadire le nostre rivendicazioni, che il rettore non ha voluto comprendere veramente – ha spiegato Giulia Camellone –. Ha detto che c’è stato un dialogo, ma in realtà non c’è stato alcun confronto". Il 20 maggio gli studenti avrebbero voluto partecipare a una seduta del Senato accademico ed essere ascoltati. Invece non è stato consentito prender parte alla riunione. Da quel momento la protesta è continuata, mentre in altre università le tende sono state rimosse. "Il rettore ci ha comunicato la sua posizione che è quella di due popoli e due Stati, ma al momento è infattibile – ha aggiunto Giulia –. La Cisgiordania, che molto spesso viene dimenticata, è piena di colonie. Che confini avrebbero i due Stati? Come sarebbero formati? La soluzione è uno Stato palestinese. Non vorremmo assolutamente che gli israeliani venissero cacciati, ma che convivessero pacificamente con uguali diritti. Inoltre, vorremmo si affermasse che quello in atto è un genocidio mentre Svelto ritiene non sia compito dell’Università prendere una posizione perché non è responsabile della politica estera italiana. Altri atenei lo hanno fatto. Palermo pochi giorni fa ha sospeso tutti gli accordi Erasmus con le università israeliane. Adesso c’è un precedente in Italia". Secondo il rettore Svelto, invece, sospendere gli accordi isolerebbe la società israliana coinvolgendo anche chi è contrario alla guerra. "Giovani per la Palestina-Pavia – hanno proseguito gli studenti – crede fortemente in un’Università libera ed è proprio per questo che intende mantenere l’acampada sino a quando le seguenti richieste non saranno accolte nella loro totalità". Per parlarne l’assemblea ha chiesto la convocazione di un Senato accademico straordinario, ma al momento la richiesta non è stata accolta. Ed è stata predisposta una petizione che finora ha ottenuto 547 firme.

M.M.