
di Manuela Marziani
Dopo 18 anni di assenza torna a Pavia la Triade di Arnaldo Pomodoro, che inaugurerà lo spazio espositivo permanente degli Horti del collegio Borromeo, una galleria a cielo aperto che nasce per promuovere, raccontare, far rivivere la bellezza. Le tre maestose colonne "celebrano la civiltà umana e le sue conquiste", spiega il grande scultore. E il rettore del collegio, Alberto Lolli, curatore del progetto Horti&Arte, non poteva trovare simbolo più efficace per aprire alla città il nuovo spazio.
In questo modo si suggella una sorta di “pace” tra l’artista e Pavia che ha ospitato dal 1985 al 2002 le tre imponenti colonne in fiberglass bianco (alte 15 metri per un diametro di un metro e mezzo). Per collocarle in piazzale Borgo Calvenzano, in un punto di notevole passaggio, vennero tagliati 5 tigli, sollevando polemiche che avevano urtato la sensibilità dell’artista. Successivamente, a causa di un piccolo problema assicurativo il rapporto tra Pavia e Pomodoro si incrinò e sembrava irrimediabilmente. Tanto che, terminato il contratto di comodato d’uso, l’artista decise di portare le colonne altrove, da Lugano a Torino. Ora, invece, dalla sinergia tra l’almo collegio Borromeo e la Fondazione Arnaldo Pomodoro è nato un comodato quinquennale e l’opera rientrerà a pochi passi dal centro.
"Per uno scultore la massima aspirazione è ambientare la propria opera all’aperto, tra la gente, le case, il verde, in un confronto con il tessuto urbano e il paesaggio - ha detto Pomodoro, 94 anni, scultore tra i più grandi al mondo -. Queste tre colonne sono fra le più grandi che ho fatto: le ho pensate anzitutto come segnali, come riflessione sul mio lavoro, sulla ricerca continua, sull’esplorazione dello spazio e del cosmo. La colonna costituisce un motivo ricco di memorie. Si stabilisce un rapporto tra la sua superficie e il segno corrosivo con cui intervengo, infrangendo la forma e riproponendola con significati emblematici e simbolici".
La Triade, oltre a dichiarare una personale apertura visiva sul mondo, interpreta dunque la motivazione psicologica dell’artista e la sua partecipazione alla storia del proprio tempo. E rivela come il linguaggio dell’arte sia spesso necessario per esprimere ciò che non può essere detto e su cui è impossibile restare in silenzio. L’opera sarà collocata in uno specchio d’acqua in cui si rifletterà in un suggestivo rincorrersi di immagini per trasformarsi nel segno distintivo di quel luogo ritrovato.
"Accogliamo con orgoglio e infinita riconoscenza la Triade del Maestro Arnaldo Pomodoro, che, nel suo ergersi maestoso, celebra l’uomo, le sue conquiste, l’aspirazione alla libertà e alla democrazia – dice il rettore Alberto Lolli –. Gli Horti vengono riaperti per potenziare un patrimonio culturale, umano e ambientale da offrire alla città. In un momento storico e sociale così complesso, l’Almo collegio Borromeo si inserisce in modo attivo nel processo di rilancio dello spazio pubblico. Un regalo per festeggiare i 460 anni della fondazione del collegio".