
Un clochard fuori dalla stazione
Pavia, 23 febbraio 2016 - Una convivenza insopportabile. E’ quella che i residenti in piazza della stazione stanno avendo con la colonia di ratti che popola i giardinetti della piazza. Numerosi e per nulla timidi, tanto da non voler restare confinati nello spazio d’erba, ma voler arrivare fino ai marciapiedi. Se ne sono accorti anche i pendolari che ieri hanno voluto rendere pubblica la loro denuncia e lo schifo che provano nel camminare dovendo stare bene attenti agli ‘incontri’ che potrebbero fare. Ancora prima di loro, però, anche alcuni residenti, preoccupati per quella presenza sempre più numerosa e indisturbata, hanno provato a chiedere aiuto all’Ats di Pavia lamentando un possibile inconveniente di carattere igienico-sanitario e alla polizia locale.
Ma nulla è cambiato. O meglio, una derattizzazione deve essere stata fatta, se qualche esemplare è morto proprio accanto ai bidoncini posizionati per allontanarli, ma non è stato rimosso. E ora, ai topi vivi si aggiungo anche quelli morti. Eppure i giardini della stazione dovrebbero essere il biglietto da visita per chi arriva a Pavia in treno. Lo si era fatto notare già l’anno scorso, quando sotto l’infopoint appena inaugurato i topi avevano scavato delle tane dalle quali uscivano per infilarsi tra i piedi dei turisti e farli scappare schifati. Allontanati da quel lato dei giardini, devono aver pensato bene di ripiegare sull’altro, quello di fronte all’ufficio postale. O magari non hanno neppure cambiato lato, si sono semplicemente allargati, perché la derattizzazione per risultare efficace deve essere ripetuta nel tempo. I topi sono molto abitudinari e, quando si insediano in un posto non accettano facilmente di abbandonarlo.
Ma la presenza di una numerosa colonia di roditori non è l’unico problema che assedia una zona centrale della città, apparentemente abbandonata al suo destino. Nei giardini, infatti, alcuni clochard hanno collocato delle coperte sulle fronde degli alberi per ripararsi dal freddo della notte e poter dormire indisturbati. Altri, invece, approfittano della pensilina collocata per evitare le biciclette stazionino alle intemperie, e dormono per terra sotto strati di coperte. Li si vede anche in pieno giorno, tra i pendolari che corrono a prendere il treno o si affrettano a raggiungere il posto di lavoro o la loro scuola. Di certo coloro che effettuano sistematicamente le ronde serali in città per offrire qualcosa di caldo a coloro che non hanno una casa, avranno proposto ai clochard una soluzione alternativa alle difficoltà che si vivono per strada dove non si hanno le comodità di una casa e i rischi sono sempre in agguato. Posti nei dormitori della città si possono sempre ricavare. Spesso, però, queste soluzioni non vengono accolte e chi ha scelto la vita in strada, continua a dormire sotto le stelle. Lo aveva fatto anche l’ex paracadutista di 43 anni che di Cava Manara che passava le sue giornate in stazione ed è stato risucchiato da un treno in transito.