MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, in barca e a nuoto nell'acqua gelida per salvare il Ticino

Manifestazione delle remiere cittadine per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla situazione del fiume

Pavia, 7 maggio 2022 - Come accaduto a Venezi,a dove vogatori e vogatrici sono scesi in acqua per attirare l'attenzione contro le onde, anche Pavia oggi ha acceso i riflettori sul fiume. Lo ha fatto con una manifestazione per sensibilizzare l'amministrazione comunale sui problemi del fiume, non una protesta.

In canoa, in barcè, ma pure con imbarcazioni a motore, il coordinamento delle remiere pavesi ha voluto attirare l'attenzione sulla navigabilità, la sicurezza nel praticare le attività sportive sull'acqua, ma anche sulla tutela della biodiversità fluviale e sul decoro-degrado delle sponde urbane. Lo ha fatto scendendo dalla sede del Cus fino al monumento alla lavandaia, in Borgo Ticino. "Vogliamo un tavolo tecnico permanente con Aipo, Parco del Ticino e gli enti che hanno la competenza sul fiume e oggi lo chiederemo ufficialmente al sindaco Fabrizio Fracassi" ha detto Guido Corsato, presidente della Battellieri Colombo.

Uno dei problemi che il Ticino accusa in questo momento è la carenza d'acqua, parzialmente attenuata dalle piogge di questi giorni. E con poco acqua si vede in quali condizioni si trovino le sponde e quanti rifiuti siano stati gettati nel fiume. "Non possiamo risolvere i problemi legati alla carenza d'acqua - ha aggiunto Sandro Rognone, canoista e segretario generale del Cus Pavia -, ma la poca acqua che c'è può essere gestita al meglio. Il fiume è una risorsa, deve essere gestito come tale". Per parlarne dovrebbe essere istituito un tavolo permanente con tutti gli enti che hanno la responsabilità della gestione complessiva del fiume in tutto il tratto urbano dalla Casa sul fiume fino al gasdotto.

"Il Comune non è il nostro  primo interlocutore - ha concluso Stefano Ramat, presidente del Cus Pavia -, ma può pretendere l'istituzione di un tavolo permanente. La responsabilità del fiume è del Parco del Ticino e di Aipo con i quali si fatica a dialogare perché hanno competenze e ruoli diversi. E' necessario, invece, che si individuino soluzioni senza rimpallarsi le responsabilità". All'arrivo in Borgo Ticino la manifestazione si è trasformata in un'econuotata gelida. Alcune imbarcazioni si sono fermate e altre hanno 'scortato' l'ice swimmer e ricercatore ambientale Enzo Favoino che, senza muta, ha nuotato nelle acque gelide del Ticino, dal ponte coperto fino alla confluenza nel Po. Bracciate per oltre 8,5 chilometri per richiamare l'attenzione sulla protezione dei nostri corsi d'acqua e in particolare sulla prevenzione della dispersione di plastica e altri materiali monouso sulle sponde e nel fiume.