Non luogo a procedere perché "il fatto non susssiste". Il gup del Tribunale di Pavia ha scagionato dalle accuse Carlo Rosa e Fabrizio Bonelli, rispettivamente Ceo (amministratore delegato) e Cto (direttore scientifico) dell’azienda Diasorin con sede a Saluggia (Vercelli). Il procedimento penale risaliva al 2020. Secondo la prospettazione del pubblico ministero, Diasorin, nell’ambito dell’accordo di collaborazione sottoscritto con la Fondazione Irccs San Matteo di Pavia il 20 marzo di quell’anno, in piena emergenza Covid, avrebbe ricevuto da quest’ultima “utilità economiche costituite da un “pool” di sieri ad elevato contenuto anticorpale per un quantitativo prossimo ai 400ml, che avrebbe garantito la produzione del test sierologico “Liaison xl Covid-19” per 5 anni“. Il gup di Pavia ha completamente smontato il castello accusatorio costruito dalla Procura rilevandone la totale infondatezza. Diasorin non ha mai mancato di rinnovare la piena fiducia nell’operato dell’amministratore delegato e del direttore scientifico confidando che sarebbe stata dimostrata la assoluta inconsistenza anche di questa ennesima rivisitazione dell’ipotesi accusatoria. "La decisione - fa sapere l’azienda - conferma la correttezza della società e dei suoi dirigenti".
CronacaTest sierologici. Diasorin scagionata dalle accuse