
di Umberto Zanichelli
Un Natale sicuro per tutti, a casa e nei locali, con l’utilizzo del tampone rapido. Roberto Francese, sindaco di Robbio, lancia una provocazione al Governo contro l’annunciata chiusura del Paese tra Natale e Capodanno. La proposta del primo cittadino lomellino, il primo in Italia ad aver effettuato uno screening di massa sulla popolazione la scorsa primavera, tracciando una strada poi seguita da molti altri, spiega la sua idea. "La prospettiva che abbiamo davanti è quella di una Natale chiusi in casa – premette – che in qualche modo fa perdere il significato di una festa nella quale è fondamentale riscoprire il valore della famiglia, che è importantissimo". "Un conto sarebbe se fosse impossibile trascorrerlo in sicurezza – aggiunge il primo cittadino robbiese – ma si può facendo ricorso i test che sono stati approvati dal Veneto e che anche noi stiamo facendo da qualche mese, e che costano pochissimo, intorno ai 5 euro". "Ecco allora – propone Francese – che si potrebbero rifornire i ristoranti, i bar ma anche i privati cittadini in modo da poter far trascorrere a tutti il Natale in sicurezza, facendo allo stesso modo un’operazione di screening senza precedenti. Sarebbe una operazione auto-finanziata; a Robbio sono disponibile a regalarli io. E’ chiaro che i sindaci delle città più grandi non possono fare altrettanto, ma non mancano le soluzioni. Io credo che chiunque sia disposto a spendere diciamo 50 euro per pranzare al ristorante non abbia problemi ad aggiungerci i pochi euro necessari al test rapido. In questo modo potrebbe trascorrere il Natale in sicurezza ovunque, mantenendo ovviamente sanificazione e distanziamento come previsto. Si tratta di un test che richiede non più di cinque minuti, non è invasivo e consentirebbe di passare le feste in sicurezza a tutti, avviando al tempo stesso uno screening di dimensioni imponenti che potrebbe risultare certamente utili al controllo della pandemia. In questo modo infatti sarebbe possibile scoprire i molti asintomatici che sfuggono ancora perché nessuno si sottopone al tampone molecolare in assenza di sintomi anche per il costo molto alto".
L’idea però va anche in un’altra direzione. "Consentendo alle attività commerciali di lavorare – aggiunge Francese – si potrebbe fronteggiare anche la crisi economica provocata dal Covid-19 con un investimento irrisorio a fronte di un ritorno importante. Mi sembra una soluzione logica che giro al Governo come provocazione: potrebbe essere un sistema per contenere la circolazione del virus senza danneggiare ulteriormente l’economia".