Spese troppo elevate. Il bocciodromo al capolinea

La città perde un importante luogo di aggregazione

I costi sono diventati troppo elevati e in più manca il ricambio generazionale. Così lunedì Fulvio Picano, presidente della Bocciofila Vigevanese consegnerà le chiavi del bocciodromo ai gestori del centro sportivo “Azzurri d’Italia“. La struttura era attiva dal 1994. Ad oggi il sodalizio vigevanese conta solo dieci atleti tesserati anche se esiste un buon numero di simpatizzanti. Oltre all’aspetto squisitamente sportivo ne esiste un altro, di certo non meno importante, sociale: nell’area del bocciodromo sono solite riunirsi alcune decine di persone tutti i giorni, per giocare a carte e scambiare qualche parola accanto ai due campi ancora in uso.

Ed è per questo che un tentativo di evitare il peggio passerà dal Comune. I problemi sono essenzialmente di natura economica: nel post-pandemia per due anni l’impianto di riscaldamento non ha funzionato e il numero di frequentatori è calato sensibilmente; quest’anno è stato sistemato ma si è dovuto fare fronte alle spese per le utenze. Troppo, se si considera anche il ristretto numero di fruitori, per pensare di poter andare avanti. Un tempo in città i bocciodromi erano addirittura quattro poi chiusi col passare degli anni. Nel 1994 la ripartenza con la nuova struttura che, nel 2006 era stata oggetto di lavori di manutenzione e che comprende otto corsie con fondo sintetico, tutte coperte e otto box per ospitare per ospitare le rappresentanze delle bocciofile cittadine. La tribuna può ospitare 160 spettatori.

Umberto Zanichelli