Spariti 220mila euro dal conto della mamma, sotto accusa il figlio: cosa è successo

Pavia, per la Procura il 67enne approfittava del ruolo di amministratore di sostegno che poi gli era stato revocato

Il tribunale di Pavia

Il tribunale di Pavia

L’accusa è di peculato per aver sottratto quasi 200mila euro dal conto dell’anziana madre in qualità di suo amministratore di sostegno. Questa la contestazione mossa dalla Procura di Pavia a un 67enne pugliese residente in provincia di Pavia, al quale è stato notificato l’avviso di conclusione indagini.  L’indagato è assistito d’ufficio dall’avvocato Pierluigi Vittadini. La situazione è venuta a galla perché il 67enne per dieci anni – a partire dal 2011, quando era stato nominato amministratore di sostegno dal giudice tutelare, fino al 2022 – non aveva mai depositato il rendiconto annuale dell’attività di amministrazione che aveva svolto per la gestione del conto della mamma, una signora di 89 anni. Un obbligo cui non avrebbe dunque mai adempiuto e che gli è valsa anche l’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio.

Nel 2019 e nel 2020 l’ordine di attuare il deposito dei rendiconti era stato oltretutto formalmente avanzato con un intervento del giudice, ma secondo la Procura l’indagato non aveva poi dato seguito concreto al provvedimento impartito, proseguendo nel non depositare i necessari rendiconti. Per questo motivo nel marzo 2022 era stato emesso un provvedimento di revoca dell’incarico di amministratore di sostegno, ruolo che era quindi stato affidato a un’altra persona.Pochi mesi dopo questo atto, approfondendo la situazione, secondo le accuse era emersa la distrazione di cifre importanti dal conto dell’anziana madre dell’indagato, precisamente per un totale di 198.183,86 euro. In particolare, sempre secondo le contestazioni mosse dagli inquirenti, attraverso assegni, bonifici, Mav e Cbill, bollettini postali e versamenti vari il figlio avrebbe girato oltre 15mila euro a se stesso, più di centomila euro alla figlia, oltre quarantamila euro alla moglie e più di trentamila euro al genero.

Denaro che sarebbe stato sottratto per finalità non autorizzate e in ogni caso non legate agli interessi della madre. Infatti, in qualità di amministratore di sostegno, il 67enne poteva operare sul conto della signora che era intestato a lei, all’indagato e al fratello ma che custodiva unicamente i fondi di proprietà della mamma. Ora l’iter giudiziario prevede come prossimo passaggio da parte della Procura la richiesta al giudice di rinvio a giudizio o di archiviazione. Nel mentre l’indagato avrà la possibilità, se lo richiederà, di essere sentito in interrogatorio dal magistrato.